Il primo ministro ungherese Viktor Orban, il cui Paese detiene la presidenza di turno dell'Ue, ha annunciato che inviterà il suo omologo israeliano Benyamin Netanyahu per protestare contro il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi). "Non abbiamo altra scelta che sfidare questa decisione. Inviterò" Netanyahu "a venire in Ungheria, dove posso garantirgli che la sentenza della Corte penale internazionale non avrà alcun effetto", ha dichiarato in un'intervista alla radio statale.
Netanyahu ha ringraziato l'Ungheria per l'invito a visitare il Paese nonostante il mandato d'arresto spiccato dalla Corte penale internazionale, elogiando la "chiarezza morale" di Orban.
Un alto funzionario Ue però avverte: l'Ungheria, se Netanyahu arrivasse davvero sul suo suolo e non fosse arrestato, "violerebbe i suoi obblighi legali internazionali e la posizione dell'Ue sulla Corte penale internazionale". "Sembra che Orban sia tornato a 'trollare' con la fine della presidenza in vista", ha dichiarato invece una fonte diplomatica. "Non sono sicuro cosa possano fare gli Stati membri al riguardo", precisando che la prossima settimana ci sarà una riunione del comitato dei rappresentanti permanenti e la questione potrebbe essere sollevata.
"Tutti gli Stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma, tra cui tutti gli Stati membri dell'Ue, hanno l'obbligo di eseguire i mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale". Lo dichiara all'ANSA un portavoce della Commissione Europea, sottolineando che l'esecutivo blustellato "ha preso atto" del mandato di arresto contro il primo ministro Netanyahu, l'ex ministro della Difesa Gallant e il leader di Hamas al-Masri per presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità in relazione alla situazione a Gaza. "L'Ue rispetta l'indipendenza e l'imparzialità della Corte", aggiunge il portavoce.
Il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik, a sua volta, ha duramente criticato il mandato di arresto nei confronti di Netanyahu e Gallant, affermando che la Republika Srpska farà di tutto per evitare che le istituzioni della Bosnia-Erzegovina attuino tale "assurda decisione". La Republika Srpska, di cui Dodik è presidente, è l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina. Tale decisione, ha detto Dodik, dimostra che "il sistema giudiziario internazionale viene utilizzato come mezzo politico". "Accusando il premier di Israele, un Paese che è stato attaccato da una organizzazione terroristica, tale Corte si è ulteriormente squalificata", ha scritto Dodik su X, come riferito dai media serbi.
Il Regno Unito fa sapere al contrario che "rispetterà i suoi obblighi legali" per quel che riguarda i mandati d'arresto emessi dalla Cpi contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant. E pure l'Irlanda, pr voce del primo ministro Simon Harris, si dice pronta a eseguire il mandato d'arresto. "Noi sosteniamo i tribunali internazionali e applichiamo i loro mandati", ha sottolineato Harris. L'Irlanda era stata fra i Paesi europei che lo scorso maggio riconobbero la Palestina come Stato sovrano e stabilirono piene relazioni diplomatiche con Ramallah.
La Francia "prende atto" dei mandati d'arresto. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri. "Fedele al suo impegno di lunga data a sostegno della giustizia internazionale", Parigi "ricorda il suo attaccamento al lavoro indipendente della Corte", sottolinea un comunicato che non specifica esplicitamente se la Francia li arresterà all'ingresso nel Paese.
Cauto è pure Il governo tedesco. In una nota, il portavoce del cancelliere Scholz spiega che "esamineremo coscienziosamente i passi da compiere. E ulteriori passi saranno compiuti solo quando sarà prevedibile una visita in Germania del Primo Ministro Benjamin Netanyahu e dell'ex Ministro della Difesa Yoav Galant".
Per la Russia invece le decisioni della Corte penale internazionale (Cpi) sono "insignificanti", e quindi "non c'è motivo di commentarle". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. La Russia non aderisce alla Cpi, che lo scorso anno ha emesso un ordine di arresto per il presidente Vladimir Putin.
Iran: 'Il mandato di arresto per Netanyahu è la morte politica di Israele
Il capo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, il generale Hossein Salami, ha definito il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Gallant come la 'fine e la morte politica' di Israele. 'Questo significa la fine e la morte politica del regime sionista, un regime che oggi vive in un assoluto isolamento politico nel mondo e i suoi funzionari non possono piu' viaggiare in altri Paesi', ha detto Salami in un discorso trasmesso dalla TV di Stato.
La Cina dopo il mandato d'arresto Netanyahu, 'Cpi sia oggettiva'
La Cina sollecita la Corte penale internazionale (Cpi) ad adottare e perseguire "una posizione oggettiva" dopo il mandato di arresto emesso contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. E' quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian.
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