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Siria, scontri tra forze di sicurezza e miliziani pro Assad

Siria, scontri tra forze di sicurezza e miliziani pro Assad

Nell'ovest del Paese, ieri 17 morti in una imboscata a Tartus

26 dicembre 2024, 11:50

Redazione ANSA

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. © ANSA/AFP

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     Le forze di sicurezza siriane hanno lanciato un'operazione nella provincia occidentale di Tartus per dare la caccia alle "milizie" filo-Assad, secondo quanto annunciato dall'agenzia di stampa ufficiale Sana, il giorno dopo che nella stessa zona scontri con uomini armati affiliati al vecchio regime hanno lasciato sul campo 17 morti.

    L'operazione ha permesso di "neutralizzare un certo numero" di membri di queste "milizie" fedeli a Bashar al-Assad, ha affermato Sana. L'Osservatorio siriano per i diritti umani segnala diversi "arresti" in relazione ai sanguinosi combattimenti che hanno scosso ieri Khirbet al-Ma'zah.

 

     Manifestazioni senza precedenti sono in corso nella provincia siriana di Tartus, dove risiede una gran parte della comunità alawita di cui fa parte il presidente deposto. Ieri una ong siriana ha fatto sapere che 17 persone erano state uccise e 10 ferite mentre le forze di sicurezza del nuovo regime cercavano di arrestare un ufficiale di Assad. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha detto che "14 membri della forza di sicurezza generale" delle nuove autorità siriane erano stati uccisi, insieme a "tre uomini armati" a Khirbet al-Maaza. L'ufficiale era ritenuto tra "i responsabili dei crimini della prigione di Saydnaya", ha aggiunto l'Osservatorio.

     Le porte delle prigioni siriane sono state spalancate dopo che i ribelli guidati dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts) hanno cacciato Assad. L'Osservatorio ha affermato che l'uomo ricercato era "un ufficiale delle forze dell'ex regime che ricopriva la carica di direttore del dipartimento di giustizia militare e capo del tribunale di campo", identificandolo come Mohammed Kanjo Hassan. Avrebbe emesso "condanne a morte e sentenze arbitrarie contro migliaia di prigionieri".

     Gli scontri nella provincia di Tartus, roccaforte della minoranza alawita, sono scoppiati dopo che "alcuni residenti si sono rifiutati di permettere che le loro case venissero perquisite", ha affermato l'Osservatorio con sede in Gran Bretagna, che si affida a una rete di fonti all'interno della Siria.

    Il fratello dell'ufficiale e uomini armati hanno intercettato le forze di sicurezza, "hanno teso loro un'imboscata vicino al villaggio e hanno preso di mira uno dei veicoli di pattuglia", ha affermato l'Osservatorio. Ha aggiunto che "decine di persone" sono state arrestate nel villaggio. Il famigerato complesso di Saydnaya, luogo di esecuzioni extragiudiziali, torture e sparizioni forzate, incarnava le atrocità commesse contro gli oppositori di Assad. Il destino di decine di migliaia di prigionieri e persone scomparse rimane una delle eredità più strazianti del conflitto.

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