Gli uomini anziani senza figli che vivono da soli potrebbero più che raddoppiare in Giappone nel 2050, superando quota 5 milioni, una cifra più elevata di quella delle donne nelle stesse condizioni. È la previsione del Japan Research Institute (Jri), sulla base delle previsioni demografiche dell'Istituto nazionale di ricerca sulla popolazione e la sicurezza sociale (Ipss), e dei censimenti nazionali che riguardano le persone con più di 65 anni di età.
Nello specifico, lo studio stima che ben 5,2 milioni di uomini anziani vivranno da soli e senza figli nel 2050, rispetto ai 2,31 milioni del 2024; in confronto alle 5,13 milioni di donne anziane che non hanno avuto figli. L'istituto ha anche elaborato i vari livelli di comunanza - dalla presenza del coniuge, figli o affini, stabilendo che almeno 2,02 milioni di uomini anziani vivranno da soli e senza parenti entro il terzo grado di consanguineità, che comprende zii, zie, nipoti e pronipoti. Anche in questo caso una cifra superiore agli 1,14 milioni del 2024.
"Le donne hanno una maggiore longevità degli uomini e questo spiega perché molte donne anziane vivono da sole", dice l'economista Makiko Okamoto del Japan Research Institute, notando che la causa per cui negli ultimi anni un numero crescente di uomini non ha familiari o parenti su cui contare, è la decisione di non contrarre il matrimonio. Secondo i dati, nel 2020, il 28% degli uomini non era sposato all'età di 50 anni, rispetto al 20% del 2010, al 12% del 2000 e al 5% del 1990. I dati del censimento nazionale del 2020 mostrano anche che il 7% degli uomini sulla soglia dei 60 anni è rimasto single dopo il divorzio, e in questo modo, spiega Okamoto, gli uomini divorziati o non sposati rischiano di trovarsi ad affrontare l'isolamento sociale con l'avanzare dell'età, "perché i padri spesso si allontanano dai figli più delle madri, e non possono dipendere da loro".
Secondo l'Agenzia nazionale di polizia, nei primi sei mesi di quest'anno 28.330 anziani sono morti da soli in casa a livello nazionale, e gli uomini hanno rappresentato l'83,5% degli oltre 10 mila decessi in solitudine presi in esame da un rapporto pubblicato dall'Associazione degli assicuratori giapponesi per le coperture a breve termine.
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