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La figlia del ferito dallo squalo a Marsa Alam: 'Papà forse dimesso oggi'

La figlia del ferito dallo squalo a Marsa Alam: 'Papà forse dimesso oggi'

Il Cairo, ad attaccare è stato uno squalo tigre. La specie era sotto sorveglianza dopo incidente analogo nel 2023

IL CAIRO, 31 dicembre 2024, 11:15

Redazione ANSA

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Ospedale in Mar Rosso - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ospedale in Mar Rosso - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Ci siamo sentiti questa mattina, sta meglio ma è ancora ricoverato. Hanno eseguito la sutura di tutte le ferite riportate, fortunatamente non profonde, e dovrebbe essere dimesso oggi pomeriggio. Non vede l'ora di tornare a casa". Così Cristina, la figlia di Giuseppe Fappani, l'uomo attaccato da uno squalo a Marsa Alam in Egitto, ha raccontato l'accaduto a Rtl 102.5 nel corso di Non Stop News. La donna ha sottolineato come la madre non abbia rilasciato "alcuna intervista. Ha parlato con me, mio fratello e il sindaco di Soncino". Il padre, ha aggiunto "sicuramente non si è buttato dal pontile per distrarre lo squalo, in quanto non lo aveva proprio visto".

Come tutte le mattine, ha aggiunto, era in acqua a fare snorkeling: "Mia madre mi ha detto che ad un certo punto ha sentito urlare 'aiuto', ma assolutamente non ha visto lo squalo, ha pensato più a un malore di Gianluca Di Gioia. Si è avvicinato per prestare soccorso al ragazzo ed è stato trascinato sott'acqua dallo squalo. Lì si è reso conto di quello che stava succedendo". I due, ha precisato, "non si conoscevano, solo di vista all'interno del villaggio".

Quanto al fatto che i due turisti fossero oltre la zona di balneazione, la donna ha convenuto che "sicuramente le autorità egiziane sono più esperte di noi, mio padre va in Mar Rosso da molti anni e da quello che ho capito si trovava nella zona di balneazione. Quanto si sia spinto per salvare Di Gioia non glielo so dire. Sicuramente staranno facendo gli accertamenti in Egitto" 

Intanto, dai primi elementi dell'inchiesta, emerge che ad attaccarli è stato uno squalo tigre, lungo 2,5 metri, una specie che il ministero dell'Ambiente aveva posto sotto sorveglianza e tracciamento satellitare l'anno scorso dopo un incidente simile che ha riguardato un turista russo. Sotto sorveglianza erano stati messi tre tipi di squali del Mar Rosso: "il tigre, il mako e l'oceanico". Le indagini confermano anche che i due turisti italiani erano entrati in acque profonde, in una zona in cui non è consentito nuotare.

Secondo l'imprenditore egiziano, Naguib Sawiris, uno degli uomini più ricchi d'Africa, a causare l'incidente sono state le barche da pesca commerciali che hanno scaricato i loro rifiuti in mare, attirando lo squalo. In un messaggio su X, Sawiris afferma che la pesca commerciale dovrebbe essere vietata in questa zona turistica e ha sottolineato che i ricavi del settore sono più importanti delle barche che distruggono la barriera corallina.    

 

 

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