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L'accusa di Teheran a Cecilia Sala; 'Ha violato le leggi islamiche'. Abedini dal carcere: stupito dalle accuse

L'accusa di Teheran a Cecilia Sala; 'Ha violato le leggi islamiche'. Abedini dal carcere: stupito dalle accuse

L'Iran: 'Il suo caso è sotto inchiesta'. Iraniano arrestato, legale chiede arresti domiciliari

01 gennaio 2025, 09:42

Redazione ANSA

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Il murale dedicato a Cecilia Sala firmato dallo street artist Drugi a Venafro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il murale dedicato a Cecilia Sala firmato dallo street artist Drugi a Venafro - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Io sono un accademico, uno studioso: non sono certo un terrorista. Non capisco questo arresto, non riesco a capirlo". E' quanto ha sostanzialmente ribadito Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino arrestato a Malpensa il 19 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti, nel corso di un incontro avvenuto questa mattina nel carcere di Opera con il suo legale Alfredo de Francesco alla presenza anche del console dell'Iran.

A quasi due settimane dall'arresto, il governo iraniano ha rotto il silenzio sul caso di Cecilia Sala, ma senza formalizzare accuse precise.

La giornalista italiana è stata fermata a Teheran lo scorso 19 dicembre perché "ha violato la legge della Repubblica islamica", è lo scarno comunicato diffuso dal Ministero della Cultura, in cui si conferma l'arresto e si dà solo conto dell'apertura di un'inchiesta. Una formula vaga, che sembra confermare le ipotesi emerse sin dall'inizio della vicenda sulle reali intenzioni del regime, ossia utilizzare la giovane reporter come pedina di scambio. Lo stesso viceministro degli esteri iraniano, del resto, lo ha fatto intendere tra le righe all'ambasciatrice italiana.

 

Menzionando, durante il colloquio, anche il caso dell'ingegnere esperto di droni arrestato in Italia, su cui pende una richiesta di estradizione degli Stati Uniti. Proprio Washington, non a caso, è oltre a Teheran l'interlocutore di Roma in questa trattativa, che per ammissione del governo è delicata e complessa. Anche se, hanno assicurato fonti dell'esecutivo, si continuerà a lavorare "senza sosta, incluso l'ultimo giorno dell'anno ed il primo giorno del 2025", in uno sforzo "di diplomazia e intelligence", per riportare Cecilia a casa il prima possibile.

La prima comunicazione ufficiale delle autorità iraniane su Cecilia Sala è arrivata tramite l'agenzia ufficiale Irna. "La cittadina italiana è arrivata in Iran il 13 dicembre con un visto giornalistico ed è stata arrestata il 19 per aver violato la legge della Repubblica islamica dell'Iran", ha riferito una nota del ministero della Cultura e dell'orientamento islamico. Specificando che è stata aperta una "inchiesta, l'arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l'ambasciata italiana è stata informata". Inoltre, "le è stato garantito l'accesso consolare ed il contatto telefonico con la famiglia". La nota ha concluso che "saranno forniti ulteriori dettagli se la magistratura lo riterrà necessario". Nessuna accusa specifica, quindi. Un arresto quasi casuale, apparentemente preventivo, aveva del resto fatto capire domenica il viceministro Vahid Jalalzadeh ricevendo l'ambasciatrice italiana Paola Amadei. L'alto funzionario, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, ha spiegato che la palla è in mano alla magistratura iraniana, mentre lui si è impegnato per garantire alla giornalista le migliori condizioni di detenzione.

 

 

 Allo stesso tempo, però, il viceministro ha affrontato la questione di Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano bloccato il 16 dicembre scorso su ordine della giustizia americana all'aeroporto di Malpensa. Roma, attraverso la magistratura e il ministero della Giustizia, deve decidere se accogliere o meno la richiesta Usa di estradizione, mentre Teheran vorrebbe la sua scarcerazione. Proprio Abedini, secondo l'Iran, sarebbe la pedina principale da mettere sul tavolo per uno scambio con Sala. Che l'arresto della reporter italiana possa essere utilizzato dal regime degli ayatollah come leva politica appare ormai l'ipotesi prevalente. Ne sono convinti gli Stati Uniti, che hanno denunciato le detenzioni illegali in Iran di cittadini di molti Paesi, ed anche le organizzazioni internazionali. Secondo il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, la genericità delle accuse a Sala "è un segnale che è stata arrestata per fare uno scambio". "Dalla postura di chi ha intervistato, alle regole sul velo o alla propaganda contro il regime, avrebbero detto subito quali sono i reati di cui è accusata", ha rilevato. Cecilia, nel frattempo, attende lo sviluppo della vicenda nel famigerato carcere di Evin, assistita dall'ambasciata.

In buone condizioni di salute, pur se comprensibilmente preoccupata, ha spiegato ieri Antonio Tajani. Senza sbilanciarsi sui tempi del suo rilascio, perché "la trattativa è molto delicata", ha sottolineato il vicepremier, chiedendo "il massimo riserbo". Nel frattempo, governo e intelligence continuano a valutare ogni strada per sbloccare la situazione. Nessuna ipotesi viene esclusa, compresa quella di uno scambio triangolare: ossia la liberazione di prigionieri iraniani in altri Paesi. Nel caso prevalesse questa linea, servirebbe l'intervento degli Stati Uniti. Da questo punto di vista, i riflettori sono puntati sulla visita a Roma di Joe Biden, che oltre a papa Francesco vedrà il presidente Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. La missione è in programma dal 9 al 12 gennaio. A meno di un cambio di agenda, a causa dei funerali di Stato di Jimmy Carter che si celebreranno proprio il 9.
   

Iraniano arrestato, legale chiede arresti domiciliari

Il difensore di Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano bloccato il 16 dicembre scorso su ordine della giustizia americana all'aeroporto milanese di Malpensa, presenta istanza per chiedere gli arresti domiciliari. L'avvocato Alfredo De Francesco pone all'attenzione dei giudici della Corte d'Appello di Milano l'atto con cui sollecita un affievolimento della misura cautelare fornendo anche il luogo, una abitazione in Italia, dove eventualmente trasferire Abedini.

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