Sollievo nelle file dell'Snp, la
forza progressista-indipendentista che per un ventennio ha
dominato la politica locale in Scozia: l'ex leader incontrastata
ed ex first minister Nicola Sturgeon, dimessasi a sorpresa nel
2023, ha infatti annunciato oggi d'esser stata scagionata dai
sospetti emersi poi pubblicamente a suo carico in relazione a
un'indagine sulla mala gestione dei fondi di partito.
L'annuncio è arrivato con una dichiarazione dai toni emotivi
dell'interessata.
La polizia ha quindi confermato di aver chiuso
l'inchiesta archiviando anche la posizione del deputato ed ex
tesoriere Colin Beattie; ma di aver incriminato formalmente per
peculato e appropriazione indebita Peter Murrell, marito di
Sturgeon ed ex potentissimo amministratore fiduciario dell'Snp,
comparso oggi stesso dinanzi a un giudice di Edimburgo per la
fissazione della data d'inizio del processo.
Sturgeon ha rivendicato in ogni modo il diritto a essere
ora riconosciuta personalmente "del tutto innocente".
"Non ho
fatto nulla di sbagliato e non credo ci sia mai stato il minimo
indizio contro di me", ha sostenuto. Mentre John Swinney,
succedutole come leader di partito e capo del governo locale, si
è limitato a dirsi "sollevato" sia per lei, sia per Beattie.
Resta comunque la macchia su Murrell e il suggello al tramonto
apparentemente definitivo della carriera politica dell'ex
pasionaria della secessione da Londra: la quale una decina di
giorni fa ha annunciato lei stessa la rinuncia a ricandidarsi
pure come deputata.
Il tutto sullo sfondo di un'eredità suggellata da un epilogo
all'insegna delle divisioni interne, oltre che degli scandali,
che ha contribuito negli ultimi due anni a far calare
notevolmente i consensi elettorali all'Snp. E ha allontanato
qualunque prospettiva ravvicinata di un referendum bis post
Brexit sul divorzio della Scozia dal Regno Unito (ultimo cavallo
di battaglia di Sturgeon), dopo quello perduto nel 2014.
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