La Turchia non si ferma.
E scende di nuovo in piazza, in quella che è stata ribattezzata come la 'notte della democrazia', con migliaia di persone che hanno manifestato contro l'arresto del sindaco di Istanbul.
La protesta ha dilagato in diversi centri, con 300 mila persone nella città sul Bosforo dove sono scoppiati scontri con gli agenti antisommossa che hanno sparato proiettili di gomma e spray urticanti. Mentre a Smirne i manifestanti si sono scontrati con i getti degli idranti delle forze di sicurezza. Un clima ormai infuocato, dopo l'arresto di Ekrem Imamoglu, l'unico candidato dell'opposizione considerato in grado di sfidare Recep Erdogan. Il sultano, per la prima volta dall'inizio delle proteste, è intervenuto sottolineando che il Paese "non cederà al terrorismo di strada". E ha duramente criticato anche Ozgur Ozel, il presidente del maggior partito di opposizione Chp di cui Imamoglu fa parte, che ha convocato dimostrazioni ogni giorno da quanto il sindaco è stato arrestato.
"La strada che il presidente del Chp ha indicato, non dimenticatelo, è un vicolo cieco", ha tuonato Erdogan, che già aveva accusato l'opposizione di ipocrisia per avere deciso di protestare. Migliaia di persone si sono radunate sotto il comune di Istanbul per il terzo giorno consecutivo, nonostante le manifestazioni politiche siano state vietate non solo nella città sul Bosforo ma anche ad Ankara e Smirne. La "notte della democrazia" di Istanbul, come è stata definita dai leader dell'opposizione che hanno parlato alla folla, è stata caratterizzata dai nuovi tafferugli con i manifestanti che volevano dirigersi verso la centrale piazza Taksim, luogo simbolico per le proteste nella città, da giorni completamente transennata e presidiata dalle forze dell'ordine.
Manifestazioni si sono tenute anche nella capitale Ankara e a Smirne mentre, nelle stesse ore, è stato sciolto il consiglio esecutivo dell'Ordine degli avvocati di Istanbul, per "aver fatto propaganda per un'organizzazione terroristica" e "diffuso pubblicamente informazioni false", dopo una causa intentata dai pubblici ministeri contro l'ordine che in gennaio aveva richiesto un'indagine sulla morte di due giornalisti provenienti dal sud-est della Turchia a maggioranza curda, uccisi nella Siria settentrionale. Nel frattempo, sono 54 le persone finite in custodia per avere condiviso su internet messaggi riguardo all'arresto del sindaco e il blocco sull'accesso a X, Facebook, Instagram, YouTube e Whatsapp, imposto quando Imamoglu è stato messo in custodia, è stato rimosso dopo circa 40 ore. Imamoglu ha negato tutte le accuse contro di lui riguardo al caso aperto per "corruzione" mentre il suo partito teme che possano essere annullate le primarie in programma domenica per scegliere il candidato alle prossime elezioni presidenziali, dove il sindaco di Istanbul è l'unico candidato.
Le preoccupazioni del Chp si basano sulle inchieste che hanno colpito negli ultimi mesi non solo Imamoglu ma anche molti altri membri del partito, tra i quali alcuni sindaci. Ozel, il presidente del Chp, ha deciso di convocare anche un congresso straordinario, il 6 aprile, per scegliere il nuovo leader del partito, tra i timori che la forza politica - di orientamento social democratico e fondata dal padre della Repubblica di Turchia, Mustafa Kemal Ataturk - possa essere commissariata. Le voci sulla nomina di un amministratore fiduciario per il Chp si erano diffuse dopo un'inchiesta lanciata in febbraio dalla procura di Ankara riguardo a presunte irregolarità nel congresso che il Chp aveva tenuto nel 2023, dove Ozel era stato eletto alla guida della forza politica. Secondo l'attuale presidente, che si è ricandidato alla guida del partito, il commissariamento sarebbe stato imminente e scegliere di tenere un congresso straordinario ha evitato questa possibilità.
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