"Il messaggio è che serve un impegno comune, noi non ci rassegniamo all'idea che questa sfida migratoria anche dei migranti economici possa essere lasciata a singoli paesi per scelta del caso e della geografia". Così il premier Paolo Gentiloni nella conferenza stampa dopo l'incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Partito socialdemocratico tedesco Martin Schulz.
I dettagli della missione per l'invio di navi, richiesto dal governo di Tripoli, "li stiamo discutendo in queste ore, li presenteremo martedì alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato e con il voto del Parlamento sono certo dei risulti". "La richiesta che ci è pervenuta dal governo di Tripoli di collaborazione e assistenza alla guardia costiera libica può essere un punto di svolta nella gestione della situazione. Il fatto che le autorità libiche chiedano all'Italia di collaborare, non di sostituirsi al contrasto dei trafficanti, è importante".
Faccia a faccia tra il premier Paolo Gentiloni e quello libico Fayez al-Sarraj a Palazzo Chigi dopo l'incontro di ieri di Parigi sul futuro della Libia. Gentiloni, al termine dell'incontro ha fatto sapere che l'Italia valuta l'uso di navi militari con la Libia contro i trafficanti di uomini nel Mediterraneo. Intanto, dopo il parere contrario della Corte Ue a modifiche del trattato di Dublino, il quotidiano dei vescovi scende in campo per criticare le "briciole" dell'Europa a sostegno dell'Italia sul fronte migranti.
L'incontro Sarraj-Gentiloni - "L'incontro di oggi è di particolare importanza perché avviene all'indomani di quello di Parigi che l'Italia sia augura produca risultati importanti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni in una conferenza stampa a Palazzo Chigi con il premier libico Fayez al-Sarraj. "Non sarà un percorso semplice ma siamo fiduciosi che lavorando tutti insieme si possano ottener risultati. Voglio ringraziare la Francia e Macron che a questo incontro ha lavorato con impegno personale". "Se si fanno passi avanti in Libia il primo tra i paesi europei a esserne felice è l'Italia". "Lavoriamo contro i trafficanti assieme alle autorità libiche, centrali, locali", ha detto il premier italiano. "Un paio d'ore fa ne ho parlato con la Merkel che mi ha confermato l'impegno della Germania a sostenere le iniziative italiane per il contrasto al traffico di essere umani e alla cooperazione italo-libica", ha aggiunto. "Sarraj mi ha indirizzato alcuni giorni fa una lettera nella quale si chiede al governo italiano un sostegno tecnico con unità navali al contrasto del traffico di esseri umani. La richiesta è all'esame del nostro ministero della Difesa". "Le decisioni che prenderemo verranno valutate d'intesa con la Libia e, innanzitutto, con il Parlamento. Ma devo essere molto chiaro che questa richiesta può rappresentare un punto di novità molto importante nella lotta" ai trafficanti in Libia.
Telefonata ra il premier Paolo Gentiloni e il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker. Il presidente del consiglio italiano, a quanto apprende l'ANSA, ha ringraziato Juncker per gli impegni presi in aiuto dell'Italia sull'emergenza migranti e i due hanno fatto un punto sulla Libia dopo l'incontro del premier italiano con il premier libico Fayez al Serraj.
La presa di posizione dell'Osservatore Romano - "Un 'contributo di emergenza' di cento milioni di euro e una squadra di cinquecento tecnici per accelerare i rimpatri degli irregolari. È quanto contenuto - scrive l'Osservatore romano nell'apertura di prima pagina intitolata 'Solo briciole dall'Europa' - nelle misure straordinarie annunciate ieri dalla commissione europea per sostenere l'Italia nell'affrontare l'emergenza immigrazione". Per il quotidiano è "ben poco" sia per la "portata della tragedia", sia per gli "appelli a una strategia comune". Le misure annunciate ieri dalla Ue per sostenere l'Italia nell'affrontare le migrazioni per l'Osservatore romano sono "solo briciole" e sono "ben poco, se si considera - scrive il giornale vaticano nell'apertura di prima pagina - la portata della tragedia in atto nel Mediterraneo, ieri tredici morti in un nuovo naufragio al largo della Libia, nonché gli innumerevoli appelli, lanciati da più parti, alle necessità della cooperazione e di una strategia comune. Appelli - sottolinea l'Osservatore romano - rimasti sulla carta". Le nuove misure, ricorda il quotidiano, sono contenute nella lettera inviata ieri dal presidente della commissione, Jean-Claude Juncker, al capo del governo italiano, Paolo Gentiloni.
Sarraj, controllare coste e frontiera sud Libia - Per contrastare il traffico di esseri umani occorre controllare non solo le coste della Libia, ma anche la frontiera Sud "per far sì che gli sfollati tornino nel loro Paese". Lo ha detto il premier libico Fayez al-Sarraj al termine dell'incontro con il premier Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi. "Per quanto riguarda gli sforzi che facciamo per contrastare l'immigrazione clandestina - ha detto - troveremo difficoltà ma vogliamo far sì che questi sforzi camminino di pari passo a quelli politici. Ringrazio l'Italia per gli sforzi fatto insieme alla nostra Guardia Costiera, vogliamo che la nostra Guardia costiera riesca a bloccare l'immigrazione e dobbiamo avere la tecnologia per il controllo delle coste. Occorrono anche sforzi per il controllo delle frontiere Sud della Libia per fare in modo che gli sfollati tornino nel loro Paese", ha concluso.
Avramopoulos, 7.873 ricollocamenti da Italia - A giugno il ritmo delle 'relocation' dei migranti nell'Ue ha raggiunto livelli record con mille trasferimenti dall'Italia e oltre duemila dalla Grecia. Lo spiega il commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos. Secondo i dati, i ricollocamenti effettuati ad oggi, sono in totale 24.676, di questi 16,803 dalla Grecia e 7.873 dall'Italia.
Ungheria, inaccettabili pressioni Corte Ue - La richiesta dell'avvocato generale della Corte Ue di respingere i ricorsi dell'Ungheria e della Slovacchia contro i ricollocamenti da Italia e Grecia "è un'ulteriore pressione da parte delle istituzioni Ue per obbligarci di accogliere migranti che non vogliamo". Lo ha detto il ministro degli esteri ungherese Peter Szijjarto, secondo cui Budapest non accetterà una eventuale sentenza di condanna in quanto viola la legge Ue. "Nessun Trattato può revocare il diritto delle nazioni a decidere chi accogliere o meno sul proprio territorio" ha detto.
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