Il tribunale di Kigali, capitale del Ruanda, ha negato oggi il rilascio su cauzione a Paul Rusesabagina, lo 'Schindler africano' il cui salvataggio di 1.200 persone dal genocidio del 1994 ispirò il film hollywoodiano 'Hotel Ruanda'. Rusesabagina è sotto processo per 13 capi d'accusa, tra i quali terrorismo, omicidio, finanziamento e sostegno di gruppi ribelli.
Arrestato lo scorso mese in oscure circostanze, l'uomo - che vive all'estero da anni - è un oppositore del presidente del Ruanda, Paul Kagame. Quest'ultimo ha negato il rapimento denunciato invece dalla famiglia dell'ormai imputato. "La corte constata che i capi d'imputazione dell'accusa sono pesanti e gravi", ha detto la giudice Dorothy Yankurije bocciando la richiesta di cauzione. "La corte ha disposto che Rusesabagina sia messo in carcere a titolo provvisorio per un minimo di 30 giorni in attesa del suo processo", ha aggiunto.
Rusesabagina ha subito annunciato che farà appello contro questa decisione, e ha cinque giorni di tempo. L'uomo ha chiesto la libertà provvisoria per farsi curare in quanto sopravvissuto a un tumore, malato di cuore e iperteso; condizioni che richiedono cure costanti, come detto in precedenza dalla sua famiglia. "Le preoccupazioni addotte dal signor Rusesabagina sono prive di fondamento, dal momento che non dimostra come essere in carcere gli impedisca di accedere a tutta l'attenzione medica di cui ha bisogno", ha detto la giudice.
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