Il tribunale amministrativo di
Parigi ha sospeso oggi l'espulsione verso il Marocco dell'Imam
radicale accusato di antisemitismo, Hassan Iquioussen, che era
stata ordinata dal ministero dell'Interno. Secondo il
tribunale, l'espulsione dell'imam arrecherebbe un danno
"disproporzionato" alla "sua vita privata e famigliare".
Da parte sua, il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, ha
immediatamente annunciato l'intenzione di ricorrere in appello
dinanzi al Consiglio di Stato. La settimana scorsa, Darmanin,
aveva annunciato l'espulsione di Iquioussen, predicatore
ritenuto vicino ai Fratelli Musulmani, accusandolo di aver
pronunciato "parole apertamente antisemite, apertamente
xenofobe, apertamente omofobe, apertamente anti-donne".
"Non deve più restare sul territorio nazionale", aveva
aggiunto il ministro dicendosi determinato a "lottare contro
coloro che pronunciano e diffondono parole di natura antisemita
e contrarie all'eguaglianza tra uomini e donne".
Ieri , la Corte europea dei diritti umani aveva dato il
proprio nulla osta all'espulsione del controverso imam in
Marocco ma oggi il tribunale di Parigi ha dunque deciso
altrimenti. Nella sentenza, i giudici parigini. ritengono
l'espulsione "sproporzionata", per l'imam di 57 anni "nato in
Francia, dove risiede dalla sua nascita con moglie e cinque
figli nonché quindici nipotini francesi".
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