(ANSA) - DAKAR, 02 GIU - Almeno nove persone sono state
uccise in Senegal nelle violenze scoppiate ieri dopo la condanna
a due anni di reclusione del capo dell'opposizione Ousmane
Sonko, candidato alla presidenza e minacciato di ineleggibilità.
Lo rende noto il ministro dell'Interno, Antoine Diome.
"Abbiamo preso atto con rammarico della violenza che ha
portato alla distruzione di proprietà pubbliche e private e,
purtroppo, a nove morti a Dakar e Ziguinchor", ha detto il
ministro alla televisione nazionale. Diome ha inoltre confermato
che le autorità hanno limitato l'accesso ai social network nel
Paese, come osservato ad esempio per Facebook, WhatsApp e
Twitter. "Preso atto della diffusione di messaggi odiosi e
sovversivi sui social, lo Stato del Senegal in tutta sovranità
ha deciso di sospendere temporaneamente l'uso di alcune
applicazioni digitali", ha affermato il ministro facendo un
appello alla calma e assicurando che lo Stato sta adottando
"tutte le misure di sicurezza necessarie". Il servizio di
monitoraggio internet Netblocks ha dichiarato di aver osservato
una "situazione che assomiglia a quella vista nel 2021". Sonko,
terzo alle elezioni presidenziali del 2019 e il più feroce
oppositore del presidente Macky Sall, è stato condannato ieri da
una camera penale a due anni di carcere per "corruzione di
giovani", un reato che consiste nel promuovere "la dissolutezza
di un minore di 21 anni". Alla luce del codice elettorale del
Senegal, la decisione sembra comportare l'ineleggibilità di
Sonko. Il leader d'opposizione era assente quando la sentenza è
stata pronunciata. Si presume che sia stato bloccato dalle forze
dell'ordine nella sua abitazione di Dakar, "sequestrato" secondo
lui. Nella capitale e in diverse altre città del Paese sono
scoppiati disordini già prima della deliberazione. L'Università
di Dakar ha preso l'aspetto di un campo di battaglia. Gruppi di
giovani si sono scontrati con sassi contro la polizia, che ha
risposto con gas lacrimogeni. Diversi autobus della facoltà di
Medicina, del dipartimento di Storia e della principale scuola
di Giornalismo del Senegal sono stati incendiati e gli uffici
saccheggiati.
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