Sono oltre 140.000 persone, per lo
più donne e bambini sud-sudanesi, che in fuga da Khartoum sono
arrivate nello stato del Nilo Bianco, in Sudan, da quando è
scoppiato il conflitto nel Paese. Come denuncia Medici senza
Frontiere (Msf) in una nota, sono senza acqua, cibo, servizi
igienici e assistenza sanitaria e hanno bisogno di tutto nelle
condizioni di grave precarietà in cui vivono nei dieci campi
allestiti nella regione, che ospitano circa 387.000 persone,
secondo i dati diffusi dalle autorità locali.
"Ogni giorno registriamo nuovi casi di sospetto morbillo e di
malnutrizione fra i bambini", assicura Alì Mohammed Dawoud,
responsabile delle attività mediche di Msf, che da giugno
supporta tre cliniche gestite dal ministero della Sanità per
fornire l'assistenza di base nei campi per sfollati. E sostiene,
inoltre, il centro di alimentazione terapeutica ospedaliera nel
campo di Al Kashafa, dove sono ricoverati circa 50 bambini
gravemente malnutriti, alcuni provenienti da altri campi. Msf
reclama che sia aumentata urgentemente l'assistenza, compreso il
supporto nutrizionale, per avviare una campagna di vaccinazione
e contenere un'eventuale epidemia di morbillo.
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