Un divieto di pesca della
durata di dieci anni nelle zone con presenza di colonie di
pinguini africani finalizzata al salvataggio dall'estinzione di
questi uccelli è stato annunciato dalla ministra dell'ambiente
del Sudafrica, Barbara Creecy, come riporta il sito News24.
Mentre un secolo fa si contavano lungo le coste dell'Africa
australe almeno un milione di coppie di questi piccoli pinguini,
monogami a vita, attualmente ne esistono solo circa diecimila.
Le principali cause di questo declino sono la competizione
tra pescatori e pinguini nella pesca di sardine e acciughe,
l'inquinamento, il traffico navale e il degrado dell'habitat di
nidificazione, ha ricordato Creecy in una conferenza stampa.
La ministra ha evidenziato che contribuiscono al declino
delle colonie anche le malattie e gli eventi meteorologici
estremi, come le forti piogge che distruggono i nidi trascinando
via i piccoli di pinguino. Creecy ha sottolineato di aver preso
la decisione dopo avere esaminato le esigenze dell'industria
ittica oltre a quelle della conservazione degli animali.
Il divieto di pesca riguarderà sei colonie di pinguini
africani, tra cui l'isola con l'allora prigione in cui Nelson
Mandela fu rinchiuso durante l'apartheid, Robben Island. Creecy
ha sostenuto che i divieti non porteranno a una diminuzione
delle quote di pesca, in quanto sono geograficamente delimitati.
Il ministero dell'Ambiente sudafricano ha già attuato un
piano di gestione della popolazione di pinguini che include il
ripristino dell'habitat, misure di bio-sicurezza per prevenire
la diffusione dell'influenza aviaria, la gestione di nidi
artificiali e la riabilitazione degli uccelli colpiti da
fuoriuscite di petrolio.
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