L'Agenzia italiana per la
cooperazione allo sviluppo (Aics) ha donato attrezzature mediche
per un valore di 50 mila euro all'Ospedale generale Peltier di
Gibuti, per rafforzare il sistema sanitario del piccolo stato
del Corno d'Africa. Una delegazione dell'Aics ha incontrato il
segretario generale e il principale consigliere tecnico del
ministero della Salute, Saleh Banoita e Abdoulkader M. Garad, il
direttore della Centrale di acquisti di attrezzature e
medicinali essenziali (Camme), Hassan Abdourahman, il direttore
tecnico dell'ospedale, Said Aouled e il direttore della
Direction des médicaments, laboratoire et pharmacie (Dmpl),
presso la sede del Camme della capitale Gibuti.
Durante l'incontro sono stati consegnati oltre 500 chili di
materiale medico. Guanti chirurgici, strisce di garza, siringhe,
catetri endovenosi e altri materiali saranno donati all'ospedale
Generale Peltier per sostenere il sistema sanitario pubblico del
paese e le popolazioni più povere. Le iniziative di emergenza
dell'Aics si sono sempre concentrate sulla protezione dei più
vulnerabili, come i bambini e i migranti.
"Anche a Gibuti, negli ultimi anni, abbiamo potuto fornire il
nostro sostegno attraverso diversi progetti: con l'Unicef per
facilitare l'accesso dei bambini e delle famiglie vulnerabili a
una protezione di qualità e ad altri servizi sociali di base; e
con l'Oms, che a marzo ha consegnato al ministero della Salute
sei cliniche mobili per garantire l'accesso ai servizi di base
alle persone più isolate", ha spiegato Francesco Dagostino,
responsabile del Dipartimento di emergenza Aics di Addis Abeba,
in Etiopia.
La cerimonia di consegna simboleggia un altro passo avanti
nell'impegno trentennale dell'Italia nel settore della salute e
della protezione di Gibuti, in collaborazione con il ministero
della Salute e le agenzie Onu presenti nel Paese. Tra l'altro,
la Cooperazione italiana ha sostenuto la costruzione e
l'allestimento dell'ospedale di Balbalà, noto anche come
'ospedale italiano'.
Sempre per questo ospedale, a giugno l'Aics ha concesso al
Fondo delle nazioni unite per la popolazione (Unfpa) un
contributo di 300 mila euro per la creazione di uno sportello
unico che fornisca l'accesso a una serie di servizi gratuiti
(sanitari, di supporto psicosociale, legali e di polizia) per le
vittime della violenza di genere.
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