E' di almeno 10 morti l'ultimo bilancio dei morti nell'attacco lanciato oggi dai paramilitari sudanesi a Jabal Awliya a sud di Khartoum. Lo hanno riferito gli attivisti, mentre il bollettino complessivo delle vittime della guerra - che dura da sei mesi - in Sudan ha superato le 9.000 unità. "Le bombe sono cadute all'interno delle case dei civili" nella cittadina a circa 50 chilometri a sud della città, ha detto il "comitato di resistenza" locale. Il gruppo dei volontari è uno dei tanti in tutto il Sudan che organizza proteste pro-democrazia. Da quando, il 15 aprile, è scoppiata la guerra tra l'esercito e i paramilitari, questi gruppi hanno aiutato le persone coinvolte nel conflitto. Il comitato di Jabal Awliya ha riferito che i paramilitari hanno scatenato "artiglieria pesante" sulla città, nel loro ultimo attacco su delle aree che in precedenza erano state risparmiate dai combattimenti tra i generali rivali del Sudan.
La guerra tra il capo dell'esercito Abdel Fattah al-Burhan e il suo ex vice, il comandante delle Forze di supporto rapido (Rsf) Mohamed Hamdan Daglo, si è svolta principalmente a Khartoum e nella regione occidentale del Darfur.
I combattimenti hanno provocato lo sfollamento di quasi 4,3 milioni di persone all'interno del Sudan, oltre a circa 1,2 milioni in più che sono fuggiti oltre confine. Nelle ultime settimane, la violenza si è spostata anche più a sud, minacciando la sicurezza delle oltre 366.000 persone che hanno cercato rifugio nello stato di Al Jazira, appena a sud della capitale.
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