Carenza di cibo, carburante e
medicine, e prezzi in rapido aumento. Sono le sfide quotidiane
che si trovano ad affrontare le persone che vivono nelle città
del Mali del nord sotto assedio da parte dei miliziani legati ad
al Qaeda. Lo riporta la Bbc, mentre si intensificano i
combattimenti tra l'esercito di Bamako, sostenuto dai mercenari
russi Wagner, i gruppi islamici e i combattenti separatisti di
etnia tuareg.
Da quasi due mesi, il Gruppo di sostegno dell'Islam e ai
musulmani (Gsim o Jnim) ha cercato di isolare completamente la
storica città settentrionale di Timbuktu, impedendo l'arrivo dei
rifornimenti. "Decine di camion carichi di cibo e merci
arrivavano ogni giorno in città, ma ora, dopo l'assedio, non
arriva più nulla", ha raccontato Omar Sidi Muhammad, che vive in
città e lavora come giornalista. La maggior parte dei
rifornimenti arrivava a Timbuktu dalla Mauritania e
dall'Algeria. La città è stata colpita anche da attacchi
missilistici lanciati dai militanti. L'Onu stima che 33.000
persone siano fuggite.
Timbuktu è stata occupata dai ribelli tuareg in seguito a una
rivolta dei separatisti nel 2012. Tuttavia queste formazioni
sono state rapidamente cacciate via dai gruppi islamici legati
ad al Qaeda che hanno imposto una forma rigorosa di Sharia, o
legge islamica, alla città, costringendo le donne a indossare
abiti che le coprono integralmente, ed imponendo tutta una serie
di divieti e di punizioni corporali, come la lapidazione contro
gli adulteri.
Dopo un anno di dominio islamista, le forze governative del
Mali, appoggiate dalle truppe francesi, hanno ripreso la città.
Ma le forze di Parigi hanno lasciato il paese da quando
l'esercito ha preso il potere nel 2021, e adesso anche la
missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite si sta
ritirando.
Anche Gao, la città più grande del nord del Mali, a circa 320
km a est di Timbuktu, è sotto il pugno di ferro del Jnim, che ha
rafforzato il suo controllo la scorsa settimana.
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