Il nuovo partito dell'ex
presidente sudafricano Jacob Zuma, uMkhonto weSizwe (Mk), ha
negato di aver falsificato le firme necessarie per potere
partecipare alle elezioni generali del 29 maggio prossimo. "L'Mk
non è in alcun modo coinvolto in firme fraudolente", ha detto
all'agenzia France Press il portavoce dell'Mk, Nhlamulo Ndhlela.
"Siamo noi la parte lesa, stiamo subendo le accuse di un
sabotatore e chiediamo che le forze dell'ordine risolvano la
questione con urgenza".
Un membro di Mk, che è stato estromesso nei giorni scorsi,
avrebbe confessato alla polizia di aver passato quasi due
settimane a falsificare le firme utilizzando nomi presi da un
database di persone in cerca di lavoro. La Independent Electoral
Commission (Iec) ha chiesto che venga svolta immediatamente una
indagine.
Le prossime elezioni generali e provinciali saranno le più
aspramente contestate dall'avvento della democrazia in
Sudafrica, e per potere partecipare ogni partito doveva
presentare almeno 15000 firme di supporto entro l'inizio di
marzo. Diversi partiti si sono lamentati della scadenza visto
che il Presidente Cyril Ramaphosa ha annunciato la data del voto
solo il 20 febbraio.
I sondaggi elettorali sono concordi nel indicare il declino
dell'African National Congress (Anc), partito al potere dal
1994, e che diversi sostenitori trasferiranno la loro preferenza
al Mk di Zuma. L'ottantaduenne leader, ex veterano dell'Anc, ha
diverse cause di corruzione e frode in corso, ma gode ancora di
grande popolarità tra le fasce di popolazione più povere. La sua
candidabilità è stata contestata a causa di una condanna per
oltraggio alla corte del 2021. La Corte costituzionale si
pronuncerà sul caso solo pochi giorni prima del voto. Alcuni
leader dell'Mk hanno avvertito che potrebbero scoppiare delle
rivolte se Zuma venisse escluso.
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