Italia e Argentina condividono "un'identità comune, abbiamo tanto da fare insieme". A sottolineare i rapporti tra quelli che sono "più di due nazioni amiche"
è un italo-argentino del tutto particolare, Mauricio Macri, nuovo presidente del Paese, dopo la vittoria ieri al ballottaggio.
Macri, 56 anni nato a Tandil, nella provincia di Buenos Aires, sangue calabrese nelle vene, in un'intervista giovedì all'ANSA ha affrontato il tema dei rapporti bilaterali e delle
relazioni con l'Ue, senza mai dimenticare la propria provenienza. "La mia è la storia di milioni di argentini la cui origine è l'Italia, una presenza permanente nella mia vita - ha detto Macri - mio padre e i fratelli, la famiglia, che viene dalla Calabria. L'anno scorso sono stato a Polistena, dove vive una prozia, un viaggio pieno di emozioni profonde: la lingua, il suono delle parole, l'accento, il cibo, tutto fa parte della mia identità". "L'Argentina è fatta dai suoi popoli originari e dagli immigranti di tutto il mondo. Qualche volta sento di rappresentare la volontà degli immigranti, quel sogno di 'fare l'America' che li ha portati qui con uno sforzo e una volontà incrollabile. L'Italia è la mia famiglia".
Alla domanda su come impostare il rapporto Italia-Argentina, Macri sottolinea diversi fronti. "La diplomazia è una strada, non l'unica", precisa, puntando inoltre su "investimenti, commercio, cultura, ricerca, scienza: tutti i ponti sono benvenuti, andiamo verso una cultura dell'incontro, così come accade peraltro tra gli argentini, e tra gli argentini e il mondo". E quali sono i settori chiave per rafforzare l'asse Roma-Buenos Aires? "Tra i più vari, in quanto più diversifichiamo maggiori sono i benefici e le possibilità di allargare il commercio e gli investimenti. Per esempio, le telecomunicazioni, strategiche per il futuro, oppure la metallurgia e l'auto, l'alimentare, le industrie culturali e creative, area nella quale entrambi i nostri paesi hanno un ruolo importante nel mondo". In questo contesto c'è spazio per le piccole e medie imprese? "Condividiamo un reticolato produttivo con una forte predominanza delle pmi, fondamentali per creare lavoro e valore aggiunto. Guardiamo con interesse alle esperienze italiane del modello associativo e cooperazione imprenditoriale, che favoriscono le 'best practice', le economie di scala e la competitività".
L'Europa? Qual'è lo sguardo di Macri verso l'Ue? "Abbiamo molto da fare, tramite l'Argentina e il Mercosur. Condividiamo valori e idee, siamo insieme nell'impegno sui diritti umani e la difesa della democrazia. E siamo d'altro lato dalla stessa parte nella lotta al terrorismo. Porteremo avanti l'approfondimento e l'allargamento dei rapporti con l'Ue".
Infine, il Papa argentino: "siamo molto orgogliosi del suo pontificato. Ne conosciamo personalità e idee. La sua visione del mondo va molto al di là degli aspetti strettamente
religiosi. E la sua presenza a Roma, e comprensione delle realtà sociali latinoamericane, danno alla lotta alla povertà una dimensione spirituale ed etica che per noi rappresenta una guida".
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