Una associazione di indigeni
brasiliani ha denunciato all'Onu il governo del presidente del
Brasile, Jair Bolsonaro, per aver attuato una presunta "politica
di sterminio" aggravata dalla pandemia di coronavirus.
"Il governo brasiliano e i suoi agenti devono essere ritenuti
responsabili, stiamo affrontando una politica di sterminio,
chiediamo aiuto per fermare il genocidio", ha detto Luiz Eloy
Terena, avvocato dell'Articolazione dei popoli indigeni del
Brasile (Apib), davanti al Consiglio per i diritti umani delle
Nazioni Unite.
"Il governo sta attuando una politica indigena molto dannosa. Il
coronavirus sta uccidendo i nostri anziani, la scorsa settimana
abbiamo perso l'ultimo degli indigeni dell'etnia Juma, è una
cultura e una lingua che non recupereremo mai", ha aggiunto
Terena, che ha parlato anche per conto del Consiglio missionario
indigeno, una entità legata alla Chiesa cattolica brasiliana.
Il rappresentante dell'Apib ha infine sostenuto che, a causa
della pandemia e delle invasioni di taglialegna nelle zone
dell'Amazzonia, sono a rischio 114 popolazioni indigene che non
sono mai state in contatto con l'uomo bianco.
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