Il presidente cubano Miguel
Diaz-Canel ha accusato gli Stati Uniti di voler provocare
disordini sociali nell'isola, dove negli ultimi giorni c'è stata
una escalation di protesta, sfociata in scontri e arresti. Ieri
sera il consigliere per la Sicurezza degli Stati Uniti, Jake
Sullivan aveva messo in guardia Cuba contro qualunque uso della
violenza per reprimere i manifestanti. Una affermazione subito
respinta dal ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez,
secondo il quale "Sullivan non ha autorità politica e morale per
parlare di Cuba.
Oggi Mosca ha lanciato un monito contro qualsiasi
"interferenza esterna" e anche il presidente messicano Andres
Manuel Lopez Obrador ha esortato a respingere "ogni tentazione
interventista", offrendo anche di inviare degli aiuti a L'Avana.
Miguel Díaz-Canel ha chiamato direttamente in causa gli Stati
Uniti in un discorso dal palazzo presidenziale, sottolineando
che evidentemente "i 60 anni della rivoluzione cubana hanno dato
loro molto fastidio, tanto da spingere (la Casa Bianca) ad
aumentare le pressioni nei nostri confronti".
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