Il presidente venezuelano Nicolás
Maduro ha accusato i membri della Missione di osservazione
dell'Unione europea (Ue), intervenuta nel processo elettorale
del 21 novembre scorso in Venezuela per la scelta di governatori
e sindaci, di "essere stati più spie che osservatori
internazionali".
In un intervento pubblico per tracciare un bilancio delle
votazioni vinte dal partito di governo Psuv, e a cui hanno
partecipato anche le formazioni dell'opposizione, il capo dello
Stato, ha riferito la tv statale Vtv, ha sostenuto che "si sono
mossi liberamente per tutto il Paese spiando la vita sociale, e
economica e politica venezuelana".
Sono venuti, ha insistito, "a spiare il processo elettorale e
a tentare di trovare anche un solo elemento per cercare du
infangare il Venezuela. Ma l'Unione europea non ha potuto farlo
ed il processo elettorale è stato impeccabile".
Circa 100 osservatori comunicati, coordinati dalla
eurodeputata portoghese Isabel Santos, hanno visitato tutti gli
Stati venezuelani e due giorni dopo il voto hanno pubblicato un
rapporto preliminare in cui hanno affermato, fra l'altro che "le
elezioni sono state realizzate in condizioni migliori che in
precedenti appuntamenti" dello stesso tipo, anche se "deve
essere rafforzata l'indipendenza del Consiglio nazionale
elettorale (Cne)",
Sul piano dei rilievi emersi durante il lavoro della
Missione, Santo ha spiegato che "abbiamo notato come la campagna
politica sia stata segnata da un uso esteso di risorse dello
Stato e che, nonostante esistesse la possibilità di sanzionare
questo eccesso di finanziamento e pubblicità, nulla è stato
fatto dal Consiglio nazionale elettorale", di cui "si dovrà
rafforzare in futuro l'indipendenza e la capacità
sanzionatoria".
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