Il presidente del Tribunale superiore elettorale, Alexandre
de Moraes, ha aggiornato a giovedì 29 giugno, il processo contro
l'ex presidente, Jair Bolsonaro, che ne potrebbe determinare
l'ineleggibilità per otto anni, tagliandolo fuori dalle
presidenziali del 2026 e lasciando un vuoto di leadership nella
destra del Paese.
L'ex capo di Stato è accusato dal Partito laburista
democratico di abuso di potere e uso distorsivo dei media. In
particolare per aver criticato e cercato di screditare il
sistema elettorale brasiliano e le urne elettroniche all'estero,
durante un incontro, nel luglio 2022, con un gruppo di
ambasciatori nella residenza dell'Alvorada, poi trasmesso dalla
tv nazionale.
In un'intervista alla Folha di SP, Bolsonaro ha affermato che
in caso di condanna "non si dispererà", avvertendo anche di
avere "un asso nella manica" per le presidenziali del 2026.
Secondo gli osservatori politici, il processo si chiuderà con
una probabile condanna dell'ex capo di Stato. L'avvocato di
Bolsonaro, Tarcisio Vieira de Carvalho, nella prima udienza ha
sottolineato che "non è il bolsonarismo ad essere sotto
processo, ma una riunione con gli ambasciatori, avvenuta prima
dell'inizio del periodo elettorale", tutt'al più "una propaganda
elettorale anticipata", un'infrazione soggetta solo ad una
multa, invitando a non ripetere un caso Dreyfus.
Nella terza udienza è atteso il voto di altri sei giudici -
Raul Araujo, Floriano de Azevedo, Andre Ramos Tavares, Carmen
Lucia, Nunes Marques (l'unico nominato da Bolsonaro), e
Alexandre de Moraes. Il relatore Benedito Goncalves, è stato il
primo a votare, esprimendosi per la condanna di Bolsonaro. Anche
una sola richiesta di riesame potrebbe far slittare il giudizio
di due mesi.
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