Il governo dell'Ecuador ha chiarito
che rispetterà il risultato del referendum sulle trivellazioni
petrolifere in Amazzonia, smentendo così le recenti
dichiarazioni del ministro dell'Energia, Fernando Santos, che
aveva messo in dubbio lo stop alle estrazioni nella zona di
Yasuni, approvato dalla maggioranza degli elettori ecuadoriani.
Santos aveva invocato l'articolo 57 comma 7 della
Costituzione, sostendo che nella provincia di Orellana, dove si
trova il campo petrolifero, il 'sì' ha vinto il 20 agosto su
scala nazionale, ma gli elettori della provincia, direttamente
interessati al problema, avevano votato per il proseguimento
delle perforazioni.
Ora in un comunicato pubblicato dal quotidiano El Universo,
il segretariato generale della Comunicazione della Presidenza
(Segcom) ha fatto chiarezza sul tema sostenendo che il governo
si atterrà alla decisione della maggioranza della popolazione,
che si è pronunciata contro le trivellazioni e a favore della
conservazione del petrolio nel sottosuolo di Yasuní.
La Segcom ha sottolineato che il parere della Corte
costituzionale che ha dato il via libera alla consultazione
popolare prevede che, in caso di vittoria del 'sì' vi sarà un
"ritiro progressivo e ordinato di tutte le attività legate al
estrazione del greggio in un termine non superiore ad un anno
dalla comunicazione dei risultati ufficiali".
Secondo i risultati ufficiali, a livello nazionale il 'sì' ha
vinto con il 58,96% (5.558.733 voti), mentre il 'no' ha raccolto
il 41,04% dei suffragi (3.868.862). Nella provincia implicata di
Orellana aveva prevalso invece il 'no' ottenendo il 57,99%
(59.364 voti), menre il 'sì' si era fermato al 42,01% (43.013
voti).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA