"Se sarò presidente, mi
batterò per un Paese produttivo, dove lavoro, istruzione, salute
e sicurezza della popolazione siano le priorità". Lo ha promesso
ieri sera Sergio Massa, ministro dell'Economia e candidato della
governativa Unión por la Patria (UxP, peronismo di
centro-sinistra) chiudendo in una fabbrica la campagna
elettorale per le elezioni di domenica in Argentina.
Non si è trattato di un evento ad effetto, ma di un discorso
davanti a un gruppo di operai di Pilar, in provincia di Buenos
Aires.
Ore prima aveva spiegato: "Ho scelto una fabbrica come
simbolo di qualcosa in cui credo, circondato da insegnanti,
pensionati e operai, per poter raccontare l'Argentina che con me
comincerà il 10 dicembre e le priorità del mio governo".
Massa ha ricordato di non "essere figlio di una famiglia
politica ma di immigranti, di genitori venuti dall'Italia che si
sono rimboccati le maniche per diventare classe media
argentina". Di quella classe media, ha aggiunto, che "oggi è
composta qui da 600.000 famiglie, spina dorsale dell'economia
nazionale".
Senza mai nominare i suoi rivali nella corsa alla presidenza
(l'ultraliberale Javier Milei e la conservatrice Patricia
Bullrich) Massa ha cercato di essere propositivo e di voler
lavorare "per il nostro Paese meraviglioso".
Per questo ha illustrato "cinque o sei cose di base":
promozione del lavoro, miglioramento dei salari, semplificazione
del sistema impositivo, nuovo patto federale, valorizzazione e
trasformazione delle risorse (energia, minerali, settore
agro-zootecnico).
Infine il leader della UxP ha rivendicato per l'Argentina un
modello sociale con istruzione pubblica gratuita, trasporti
sovvenzionati, pensioni degne. E soprattutto, ha concluso, "un
impegno contro l'insicurezza, affinché gli argentini possano
tornare a vivere senza paura".
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