Il ministro della Giustizia del
Brasile, Flavio Dino, ha respinto le affermazioni del governo
israeliano riguardanti un presunto intervento del Mossad
nell'arresto di due sospetti terroristi di Hezbollah avvenuto
ieri a San Paolo.
Lo ha fatto attraverso un messaggio sui social dove
sottolinea che le indagini sono ancora in corso e smentisce le
conclusioni di Tel Aviv. "Nessun rappresentante di un governo
straniero può pretendere di anticipare l'esito di un'indagine
della Polizia Federale, che è ancora in corso", ha scritto Dino
ricordando anche che "il Brasile è un paese sovrano" e che
"nessuna forza straniera governa la Polizia Federale
brasiliana".
Il ministro brasiliano ha quindi precisato che "le indagini
sono iniziate prima dello scoppio del conflitto a Gaza" e ha
quindi criticato l'uso dell'episodio per "fini politici" da
parte dell'esecutivo di Benjamin Netanyahu.
Il riferimento è alla nota di ieri dove Tel Aviv affermava
che "nel contesto della guerra a Gaza contro l'organizzazione
terroristica Hamas, Hezbollah e il regime iraniano continuano ad
operare in tutto il mondo per attaccare obiettivi israeliani,
ebrei e occidentali" assicurando che "il Mossad sta lavorando, e
continuerà a lavorare, per contrastare queste azioni laddove
necessario, con vari metodi".
La risposta del ministro della Giustizia di Lula è anche
all'ambasciatore d'Israele a Brasilia, Daniel Zonshine, che ha
accusato il Brasile di aver fornito copertura ai due cittadini
brasiliani sospettati di essere membri della fazione libanese
Hezbollah. "Se hanno scelto il Brasile è perché c'è gente che li
aiuta" ha dichiarato il diplomatico.
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