Il trionfo di Javier Milei in Argentina non riaccende solo la speranza dei milioni di elettori che nel nome del cambiamento lo hanno preferito in larga misura al ministro dell'Economia peronista Sergio Massa, ma anche della famiglia della destra mondiale. Da Bolsonaro a Trump, da Salvini a Abascal, la vittoria dell'ultraliberista Milei è stata salutata con l'augurio che il nuovo vento sovranista si diffonda. Giorgia Meloni, come altri capi di Stato e di governo, si è congratulata. Mentre il Sudamerica che un anno fa aveva festeggiato la ritrovata unità a sinistra con Lula in Brasile ora guarda preoccupato al nuovo inquilino della Casa Rosada, eletto al ballottaggio con più di undici punti di scarto sull'avversario (55,69% contro il 44,32% di Massa).
"In Argentina finisce la decadenza, finisce il modello dello Stato peronista che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre. Torniamo ad abbracciare la libertà, oggi inizia la ricostruzione", ha esultato l'anarco-capitalista nel suo primo discorso da vincitore. Riposto il chiodo di pelle e domato il ciuffo scarmigliato, Milei si è presentato in giacca e cravatta al fianco della sorella Karina, suo sostegno nella vita e in politica. "Sappiamo che ci sono persone che resisteranno per mantenere i privilegi. Saremo implacabili", ha avvertito mettendo in guardia quella casta, che imbracciando una motosega, aveva promesso di fare a pezzi nei suoi comizi. Ma passato il momento dei festeggiamenti, che hanno inondato le piazze di molte città del Paese, sono molte le sfide che il presidente eletto deve affrontare per mettere in marcia il nuovo esecutivo dal 10 dicembre, giorno dell'insediamento, nei 40 anni dalla fine della dittatura.
Tra le prime urgenze c'è appunto la formazione del governo, che vede nel ruolo di vicepresidente l'avvocato negazionista Victoria Villaruel, difensore di molti militari condannati per crimini contro l'umanità durante il regime e promotrice della Carta di Madrid contro l'espansione del comunismo. La Giustizia dovrebbe andare al controverso avvocato Mariano Cuneo Libarona, divenuto famoso negli anni Novanta per lo scandalo Coppola, il leggendario manager e amico di Diego Maradona, accusato di "detenzione di droga".
Ma tra le caselle è ancora vuota quella chiave dell'Economia. Il futuro ministro avrà il compito cruciale di mettere in campo le misure promesse (dalla dollarizzazione alla chiusura della Banca centrale) per rimettere in piedi il Paese, evitando di scatenare rivolte sociali. Il più accreditato è Federico Sturzenegger, già governatore della Banca centrale con l'ex presidente Mauricio Macri, quest'ultimo grande sostenitore di Milei dopo che le elezioni generali del 22 ottobre avevano tagliato fuori la candidata della sua formazione di centro-destra Uniti per il cambio (Uxc), Patricia Bullrich, anche lei in predicato per una poltrona.
D'altra parte anche i numeri in Parlamento rappresentano un rebus per il presidente eletto, che necessita di una buona strategia politica per mantenersi in sella. La sua coalizione, 'La libertà avanza', conta solo su 45 parlamentari. A fargli da stampella potrebbe essere una parte dei 93 deputati e 24 senatori di Uxc, che tuttavia dopo il primo turno è imploso. Avrà contro una pattuglia di 140 rappresentanti del peronismo. Milei è già impegnato a mettere insieme i pezzi, sapendo che le pressanti emergenze presto non gli lasceranno tregua. A questo si aggiunge il delicato tema della transizione. Nei prossimi giorni il nuovo capo di Stato incontrerà l'uscente Alberto Fernandez. Il ministro dell'Economia Massa potrebbe prendere una vacanza chiamandosi fuori, mentre la vicepresidente Cristina Fernandez de Kirchner, sotto shock per la sconfitta, va in Italia, dove dovrebbe vedere Papa Francesco, più volte attaccato da Milei. Intanto Wall Street e il dollaro brindano. Le azioni delle società argentine quotate hanno fatto balzi, il colosso energetico YPF in odore di privatizzazione fino al 38%. E anche se i mercati in Argentina sono chiusi per festività, il biglietto verde online è volato oltre i mille pesos. Tra i messaggi augurali anche quelli della titolare del Fmi, Kristalina Georgieva, con cui Milei dovrà negoziare un pagamento da due miliardi a gennaio.
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