(V. 'Venezuela, Maduro invita a pregare...' delle 16:15)
Oltre 20,6 milione di venezuelani
sono chiamati domani dal governo del presidente Nicolás Maduro a
recarsi alle urne per rispondere alle cinque domande poste per
un referendum consultivo sull'Esequibo, regione ricca di
petrolio e minerali, la cui sovranità è contesa alla Guyana che
la amministra- L'appuntamento si tiene in un clima di tensione,
perché Venezuela e Guyana non sono riusciti a trovare un terreno
di intesa per risolvere un contenzioso vecchio di oltre un
secolo. Ieri la Corte internazionale di giustizia (Icj)
dell'Aja, a cui Georgetown si era rivolta per ottenere 'misure
provvisorie' di tutela dei suoi interessi, ha pubblicato una
risoluzione che è stata letta come una vittoria da entrambe le
parti. La Guyana ha esaltato l'avvertenza formulata dalla Icj a
Caracas di "astenersi da iniziative che dovessero modificare la
situazione prevalente nel territorio in litigio".
Ma Il Venezuela si è rallegrato del fatto che la Corte non
abbia stabilito limitazioni al referendum, neppure per il quinto
quesito in cui si chiede se "si è d'accordo con la nascita della
Guyana Esequiba come futuro Stato del Venezuela". Leader
oppositori, come Henrique Capriles, hanno annunciato che
parteciperanno al referendum, mentre Maria Corina Machado,
vincitrice delle primarie dell'opposizione in vista delle
presidenziali del 2024, ha chiesto la sua sospensione perché
ritiene che potrebbe "danneggiare" la difesa venezuelana.
davanti alla Icj.
Per decenni il contenzioso ha dormito nei cassetti della
diplomazia, ma è stato ravvivato nel 2015 quando la statunitense
ExxonMobil ha rilevato nell'area importanti riserve di petrolio.
La Guyana sostiene il suo diritto sull'Esequibo in base a un
lodo arbitrale del 1899 che le assegnò la sovranità sul
territorio (allora sotto il dominio del Regno Unito), mentre
Caracas difende l'Accordo bilaterale raggiunto a Ginevra nel
1966 quale meccanismo per risolvere la controversia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA