Il processo costituzionale
cileno "non è riuscito a canalizzare la speranza di avere una
Costituzione per tutti" e la politica è in debito con il popolo
cileno".
Lo ha affermato il presidente Gabriel Boric analizzando il
risultato del referendum che ha bocciato domenica la proposta di
Costituzione elaborata da un Consiglio dominato dall'ultradestra
dopo che nel 2022 era stata bocciato anche il testo proposto da
un'assemblea a maggioranza progressista.
Boric ha ribadito che il risultato non lascia né vincitori né
vinti. "Non possiamo tornare a ripetere lo stesso errore dei
referendum precedenti. Il Paese lo facciamo tra tutti i cileni e
coloro che trionfano non possono ignorare coloro che vengono
circostanzialmente sconfitti", ha aggiunto il presidente.
Anche il leader del partito Repubblicano che deteneva la
maggioranza nel Consiglio Costituzionale, l'ultraconservatore
José Antonio Kast, ha riconosciuto la sconfitta. "Non siamo
riusciti a convincere la popolazione che questa era una migliore
Costituzione di quella attuale" ha affermato Kast, secondo il
quale ad ogni modo la popolazione ha dimostrato di essere
"stanca" di questi processi. "Si è chiusa una tappa triste della
nostra storia che ha preso il via con un'ondata di delitti", ha
aggiunto il leader del partito repubblicano in riferimento alle
proteste sociali del 2019.
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