Il mega-decreto annunciato
mercoledì dal presidente dell'Argentina, Javier Milei, getta le
basi per un'ampia deregulation dell'economia nazionale ed è
stato presentato dal leader ultraliberista come la "base per la
ricostruzione" del Paese afflitto da gravi squilibri
macroeconomici e sociali.
In un video trasmesso a reti unificate, il capo dello Stato
ha presentato solo 30 delle oltre 300 deroghe e disposizioni che
figurano nel testo e che verranno adesso sottoposte in blocco
all'approvazione delle Camere.
Secondo quanto si legge nel documento originale pubblicato
oggi sulla Gazzetta Ufficiale, i primi tre articoli del decreto
costituiscono il quadro generale che giustifica il resto delle
360 misure adottate.
Nel primo articolo si decreta "l'emergenza pubblica in
materia economica, finanziaria, fiscale, amministrativa,
previdenziale, tariffaria, sanitaria e sociale fino al 31
dicembre 2025".
Il secondo è dedicato alla deregolamentazione e afferma che
"lo Stato nazionale promuoverà la vigenza di un sistema
economico basato su decisioni libere, adottate in un contesto di
libera competenza". Per raggiungere questo fine, recita il
testo, "verrà attuata la più ampia deregolamentazione del
commercio, dei servizi e dell'industria".
Il terzo articolo riguarda invece la politica estera
commerciale, e afferma la necessità di adottare standard
internazionali in materia di commercio di beni e servizi nel
rispetto in particolare delle raccomandazioni
dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) e
dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
(Ocse).
Sulla base di queste premesse il megadecreto stabilisce tra
le altre cose la derogazione della legge sull'approvvigionamento
che assicura quote di beni al mercato interno; della legge sugli
acquisti nazionali che impone allo Stato di privilegiare imprese
locali per appalti e concessioni; delle leggi di promozione
industriale e commerciale; e della legge che impedisce la
privatizzazione delle aziende statali.
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