Le autorità della Cina
hanno deciso di non rinnovare le misure anti-dumping applicate
dal 2019 alle esportazioni brasiliane di prodotti a base di
carne di pollo. La misura - prevista per tutelare l'industria
del Paese che importa o in caso di esistenza di pratica
commerciale sleale (dumping) - prevedeva nel caso specifico
l'applicazione di sovrapprezzo sul valore del prodotto importato
compreso tra il 17,8 e il 34,2%, a seconda della società
esportatrice. Inoltre 14 aziende brasiliane avevano firmato
"impegni di prezzo" con il governo cinese, obbligandosi a
praticare prezzi superiori a un livello minimo prestabilito da
Pechino.
Il governo brasiliano ha manifestato la sua soddisfazione per
l'annullamento della disposizione che ha "danneggiato la
competitività dei prodotti brasiliani sul mercato cinese". "Si
tratta di un risultato positivo per il nostro settore avicolo e
per il rapporto economico-commerciale del Brasile con la Cina.
Il Brasile continua a impegnarsi a mantenere un dialogo aperto e
costruttivo con i partner cinesi, cercando opportunità di
cooperazione e sviluppo sostenibile nelle relazioni
commerciali", riferisce una nota.
Il Brasile è il più grande esportatore di carne di pollo al
mondo, mentre la Cina è il secondo maggior consumatore mondiale
del prodotto oltre che principale destinazione delle spedizioni
di pollame brasiliano. Nel 2023 Brasilia ha inviato a Pechino
679mila tonnellate di pollo, garantendosi entrate per 1,9
miliardi di dollari.
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