E' un appello rivolto "con
rispetto" ma anche con "profonda preoccupazione" quello diretto
al governo argentino di Javier Milei da un gruppo di 68 premi
Nobel contro i tagli ai bilanci delle Università, delle
istituzioni scientifiche e dell'Istituto nazionale delle
ricerche (Conicet).
Nella lettera firmata tra gli altri dal premio Nobel
dell'economia del 2004, il norvegese Finn Kydland, si afferma
che per colpa della drastica politica di aggiustamento fiscale
portata avanti dal governo dal suo insediamento a dicembre "il
sistema scientifico e tecnologico argentino si avvicina a un
pericoloso precipizio". "Temiamo che la drammatica riduzione dei
bilanci del Conicet e delle università nazionali si rifletterà
non solo in una drammatica svalutazione della scienza argentina
ma anche in una svalutazione del popolo argentino e del futuro
del Paese".
Nel documento si citano gli importanti contributi del sistema
scientifico argentino a quello internazionale nei settori della
medicina, dell'agricoltura, del nucleare, aerospaziale. "Il
progresso economico e sociale e la creazione di ricchezza nelle
società moderne sono strettamente legati a forti investimenti
pubblici nella scienza e nella tecnologia", prosegue la nota,
che invita quindi il governo "a ripristinare i fondi
dell'importantissimo settore scientifico e tecnologico".
"Il congelamento dei programmi di ricerca e la diminuzione
del numero di laureati in tirocinio e di giovani ricercatori
causeranno la distruzione di un sistema che ha richiesto molti
anni per essere costruito, e che ne richiederebbe molti, molti
altri per ricostruire", conclude la nota.
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