L'Ufficio del Difensore
pubblico, l'ong Conectas e altre associazioni brasiliane hanno
denunciato al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite
irregolarità in un'operazione condotta dalla polizia militare
nelle favelas delle zone costiere dello stato brasiliano di San
Paolo, chiedendone l'interruzione.
Il piano 'Estate', scattato a dicembre in coincidenza
dell'alta stagione turistica, quest'anno - a differenza del
passato - ha fatto registrare 39 morti.
In particolare, secondo denunce di operatori sanitari della
città di Santos, la polizia avrebbe dichiarato ancora in vita,
al momento dell'arrivo in ospedale, persone in realtà uccise
durante l'operazione, per evitare gli esami forensi.
Il governatore di San Paolo, Tarcísio de Freitas
(Repubblicani, destra), ha difeso l'operato della polizia
militare parlando di un lavoro svolto "con professionalità.
C'erano luoghi inaccessibili - ha dichiarato - ora stiamo
ripristinando l'ordine".
La procura di San Paolo, attraverso il Gruppo di azione
speciale per la sicurezza pubblica e il controllo esterno delle
attività di polizia, ha aperto un'indagine.
Tra gennaio e febbraio tre agenti della polizia militare sono
stati uccisi in meno di due settimane nel corso della stessa
operazione.
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