L'America Latina ha
continuato ad essere una delle regioni a più alto rischio per
gli attivisti per i diritti umani, gli ambientalisti e i
giornalisti nel 2023: lo sostiene Amnesty International nel suo
rapporto annuale.
In America Centrale, l'ong ha attirato l'attenzione
sull'Honduras dove, secondo i dati di Global Witness, c'è la più
alta percentuale di difensori dei diritti umani assassinati
rispetto alla popolazione.
Amnesty ha anche fatto riferimento alle detenzioni arbitrarie
che hanno continuato a essere rilevate a El Salvador, in
Nicaragua e in Venezuela.
"L'impunità per le violazioni dei diritti umani e i crimini
di diritto internazionale è rimasta diffusa e molti Paesi hanno
continuato a sfuggire al controllo internazionale", si legge nel
documento.
Il rapporto denuncia anche l'uso eccessivo della forza da
parte della polizia in Paesi come il Perù, dove la repressione
delle proteste dopo l'elezione di Dina Boluarte ha causato la
morte di circa 50 persone.
Amnesty mostra poi preoccupazione per le cifre allarmanti di
abusi contro le minoranze e violenza di genere nella regione. In
Messico, secondo i dati del governo, vengono uccise in media
nove donne al giorno e i casi spesso rimangono irrisolti.
Un capitolo a parte è riservato ai diritti riproduttivi delle
donne. Nazioni come Brasile, Cile ed El Salvador non starebbero
ancora facendo progressi nell'abolizione del divieto di aborto.
Altre violazioni significative rilevate lo scorso anno sono
legate allo sfollamento forzato di milioni di persone nella
regione causato dall'ostilità politica, dalle crisi economiche e
dal deterioramento della situazione umanitaria.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA