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Nel film La caduta del cielo il mondo degli indigeni Yanomami

Nel film La caduta del cielo il mondo degli indigeni Yanomami

Il lungometraggio in anteprima mondiale alla Quinzaine di Cannes

SAN PAOLO, 15 maggio 2024, 13:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Il lungometraggio co-prodotto da Brasile, Italia e Francia, "La caduta del cielo", porta alla prestigiosa Quinzaine (la rassegna parallela al Festival di Cannes, dal 15 al 25 maggio) il mondo degli indigeni Yanomami.
    Il documentario, che ha richiesto sette anni di lavoro, è un approfondimento in immagini e un dialogo con l'omonimo libro dello sciamano e portavoce dell'Amazzonia brasiliana, Davi Kopenawa, che nelle parole trascritte dall'antropologo Bruce Albert traccia un quadro a tuttotondo del popolo nativo, contro la geopolitica globale e gli interessi predatori.
    Nel film i registi Eryk Rocha e Gabriela Carneiro da Cunha accompagnano il pubblico in un viaggio alla scoperta della cosmogonia indigena, a partire da un rito funebre, il 'Reahu', la cerimonia Yanomami più importante. La pellicola permette di attraversare i territori degli spiriti 'Xapiri', di avvicinare il lavoro degli sciamani per "reggere il cielo" curando il mondo delle malattie provocate dai non indigeni (le miniere illegali e l'assedio promosso dal "popolo della merce"), e di guardare alla vendetta della Terra.
    "Negli ultimi anni il mondo ha visto molte immagini della sofferenza di questo popolo: il lungometraggio affronta questi temi, ma porta anche immagini della sua forza e bellezza, trattando della relazione tra gli Yanomami e i 'nape', noi bianchi", spiegano Rocha e Carneiro all'ANSA.
   

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