C'è anche Andrés Aguiar, un
garibaldino schiavo afro-discendente finora 'dimenticato', e di
cui è stato inaugurato oggi a Roma un busto al Gianicolo, a dare
ulteriore senso storico, umano, sociale e politico alle
relazioni esistenti fra Italia e Uruguay.
La figura di Aguiar, fedele luogotenente di Giuseppe
Garibaldi, che morì il 30 giugno 1849 mentre difendeva la
Repubblica romana, è stata messa in risalto durante una
cerimonia organizzata da Paolo Masini, responsabile
dell'associazione Romabpa. il quale ha ricordato come questo
nome non figurasse fino ad oggi nel parco dove si trovano i
busti degli uomini fedeli all'Eroe dei due Mondi.
Per l'occasione l'ambasciatore d'Italia in Uruguay, Fabrizio
Petri, ha inviato un messaggio in cui ha sottolineato che quello
di Aguiar è stato "un percorso di vita e di lotta che per noi
italiani è di fondamentale importanza", avendo contribuito alla
lotta di indipendenza del nostro paese, e più in generale alla
libertà dei popoli oppressi". "Ma guardare con lui al nostro
passato, alla storia delle relazioni fra Italia e Uruguay e con
l'intera America Latina - ha concluso - deve essere anche una
ispirazione per il futuro del nostro lavoro comune".
Presente all'evento, l'ambasciatore uruguaiano a Roma,
Ricardo Varela, ha dichiarato all'ANSA che "ovviamente esiste un
fondamento storico in quello che sempre si ripete: la metà della
popolazione in Uruguay è di origine italiana o i 130.000
uruguaiani che hanno passaporto italiano". "Ma se guardiamo al
complesso delle relazioni bilaterali, esse sono estremamente
sane", perché "il prima, l'oggi e il domani sono totalmente
liberi da qualsiasi problema".
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