Con l'approvazione del suo
pacchetto di riforme già incamminata in Parlamento, il
presidente dell'Argentina, Javier Milei, è tornato oggi a
esortare tutto l'arco politico ad aderire al cosiddetto 'Patto
di Maggio', un accordo su politiche di Stato destinate a
"stabilire un nuovo ordine economico in grado di far tornare il
Paese ad essere una potenza mondiale".
"Voglio approfittare di questa occasione per convocare tutte
le autorità politiche, i governatori, i dirigenti di partiti,
gli ex presidenti della Nazione, i membri della Corte Suprema,
gli imprenditori, i sindacati, e incontrarci la notte del 9
luglio per firmare il Patto di Maggio e iniziare insieme a
girare la pagina della nostra storia", ha detto Milei
partecipando alla commemorazione ufficiale della giornata del
vessillo nazionale a Rosario.
La firma del Patto era stata convocata inizialmente da Milei
per il 25 maggio, data di inizio della rivoluzione
indipendentista del 1810, a condizione tuttavia
dell'approvazione in Parlamento della 'Legge Base', il pacchetto
di riforme sulla deregulation e le privatizzazioni.
Dopo le modifiche apportate in Senato la legge tornerà alla
Camera per il voto definitivo fissato per il 27 giugno e, a meno
di clamorose sorprese, è attesa la sua approvazione.
Il documento sul quale Milei chiama al consenso è una
piattaforma in dieci punti destinati, nelle intenzioni del
leader ultraliberista, a trasformarsi in vere e proprie
politiche di Stato. Tra questi, oltre al primo punto che afferma
"l'inviolabilità della proprietà privata", figurano il principio
dell'equilibrio fiscale; la riduzione della spesa pubblica; e le
riforme impositiva, del lavoro e previsionale.
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