Le precipitazioni
straordinarie che hanno colpito il Cile nelle ultime settimane
oltre a provocare almeno un morto e portato danni a migliaia di
persone hanno condotto anche alla rinascita di laghi e lagune
scomparsi da anni per la crisi idrica dovuta al cambiamento
climatico e allo sfruttamento minerario.
Un rilevamento dell'Università di San Sebastian citato dal
quotidiano 'La Tercera' segnala che i laghi El Yeso - nella
regione Metropolitana di Santiago del Cile - e Los Aromos -
nella regione di Valparaiso - registrano attualmente i livelli
maggiori degli ultimi cinque anni. In questo modo, precisa il
documento, le due regioni hanno assicurato l'approvvigionamento
di acqua potabile per il resto dell'anno ed è scongiurata
l'ipotesi di un razionamento.
Allo stesso modo - segnala 'La Tercera' - anche la laguna di
Aculeo e la riserva naturale del lago Peñuelas, importanti
località turistiche diventate negli ultimi anni emblemi della
crisi idrica, hanno ripreso vita con il ritorno dell'acqua.
Gli esperti sottolineano tuttavia che il ritorno dell'acqua
rappresenterebbe un fenomeno circostanziale. "Dopo 15 anni di
siccità estrema la zona centrale del Cile ha bisogno di almeno
quattro o cinque anni di piogge normali o intense per ricaricare
appieno i corsi acquiferi", avverte Patricio Gonzalez,
climatologo dell'Università di Talca.
Il direttore del centro ricerche sulla sostenibilità
dell'Universita dello Sviluppo, Alex Godoy, sostiene sulla
stessa linea che "la conclusione del fenomeno climatico del Niño
fa supporre l'avvento di un ritorno della siccità nelle prossime
stagioni".
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