A venti giorni dalle presidenziali
in Venezuela, l'81% degli elettori si dice disposto a
partecipare al voto, ma il 41% avverte che potrebbe cercare di
lasciare il Paese se le urne non rifletteranno un cambiamento.
"Abbiamo rilevato che ci sarà un'affluenza dell'81%. C'è
un'aspettativa molto alta, senza precedenti", ha dichiarato
Rubén Chirino Leañez, presidente della società di sondaggi
Meganalisis ai microfoni di una tv digitale, evidenziando:
"vedremo un gran numero di cittadini che voteranno, attivi,
energici e" decisi a "proteggere il proprio voto".
Secondo Chirino Leañez "il 41% dei venezuelani ritiene che se
non ci saranno cambiamenti, prenderà seriamente in
considerazione la possibilità di lasciare il Paese e, quindi,
per molti" le elezioni sono "determinanti per il cambiamento".
Per quanto riguarda i candidati, il presidente della società
di sondaggi ha sottolineato che da un lato c'è Edmundo González,
il candidato unitario dell'opposizione (diventato il
portabandiera in modo accidentale dopo che Maria Corina Machado,
la candidata naturale delle forze democratiche, non è stata
autorizzata a partecipare alla corsa) e dall'altro c'è il
candidato del partito di governo Nicolás Maduro, che sta
mostrando un notevole logorio nella gestione del suo governo e
del chavismo. L'altro gruppo di candidati invece non ha avuto
alcun tipo di impatto, perché alla fine "il Paese è diviso tra
una grande maggioranza che aspira al cambiamento e una minoranza
indebolita che punta sulla continuità".
Tra i segmenti più colpiti dalla crisi c'è quello degli
anziani, uno dei serbatoi di voto più importanti. Col fenomeno
della migrazione, "circa il 70% dei capifamiglia è costituito da
nonni, che si occupano dei nipoti, e sono anche più numerosi dei
diciottenni. Sono una maggioranza", ha sottolineato.
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