La guerra di sondaggi che vede
contrapposti da un lato il presidente uscente e candidato del
Psuv, Nicolas Maduro, e dall'altro quello dell'opposizione della
Piattaforma democratica unita (Pud), Edmundo Gonzalez, aumenta
l'incertezza sull'esito del voto delle storiche elezioni nel
Paese previste per il prossimo 28 luglio.
Forti dei risultati di proiezioni dall'esito diametralmente
opposto, Maduro e l'ex ambasciatore González - recuperato in
extremis per rappresentare la coalizione conservatrice -
ostentano assoluta certezza della vittoria.
I media vicini a Palazzo Miraflores pubblicano da settimane
rilevazioni che indicano il presidente in ampio vantaggio
sull'avversario. Il più recente della Cmide mostrerebbe il
leader chavista con il 56,8% delle preferenze contro il 15,2%
dello sfidante. Di contro, diffondendo il risultato di
un'indagine della Strategie ClearPath, il quotidiano vicino
all'opposizione El Nacional evidenzia l'aumento constante del
margine a favore di González, giunto fino al 59% contro il 33%
di Maduro. Per questo il candidato sostenuto dalla leader Maria
Corina Machado - favoritissima dopo le primarie, ma esclusa
dalla corsa presidenziale per via giudiziaria - indica che la
sua vittoria sarà "schiacciante". "Non c'è una sola opinione che
contraddica ciò che dico", e il governo "dovrà riconoscere di
aver perso le elezioni.
La questione del riconoscimento dei risultati, soprattutto
qualora si concretizzasse la vittoria di González, è cruciale e
agita le cancellerie mondiali, estremamente attente alla partita
venezuelana.
In una campagna elettorale caratterizzata dalla costante
rivelazione di presunte congiure e sabotaggi da parte delle
autorità e macchiata da una lunga scia di violazioni dei diritti
umani, detenzioni arbitrarie e ostacoli giudiziari in danno
delle opposizioni, il rischio, a seconda del risultato le ore
successive al voto, è che lo scenario possa degenerare fino
all'incendio sociale.
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