Nel primo trimestre del
2024 sono aumentate del 20% le morti violente di indigeni della
riserva Yanomami, nell'Amazzonia brasiliana. Lo riferisce il
Centro operativo per l'emergenza (Coe) che monitora per il
ministero della Salute gli effetti della crisi umanitaria di cui
la popolazione originaria amazzonica è vittima a causa
dell'attività criminale di gruppi di minatori illegali. Nei
primi tre mesi dell'anno le morti causate da aggressioni sono
state 18, rispetto alle 15 del 2023.
E' calato invece del 33% - passando dai 111 decessi del 2023
ai 74 dell'inizio di quest'anno - il numero complessivo di
morti. Per il ministero la riduzione della mortalità è dovuta
agli interventi governativi messi in campo per invertire gli
effetti della crisi sanitaria generata "dalla precarietà dei
servizi e dei sistemi sanitari indigeni fino al 2022". Le
principali cause di morte tra gli indigeni dell'etnia sono state
infezioni respiratorie acute (3.470) + 136% su anno, malaria
8.896 (+35% su anno) e malnutrizione.
Le attività minerarie dannose nella riserva generato
pregiudizio alle popolazioni a causa della contaminazione dei
fiumi soprattutto con il mercurio usato per estrarre l'oro,
generando impatti sulla salute e sull'accesso agli alimenti
(soprattutto la pesca). Numerosi sono omicidi, violenze e stupri
commessi dai minatori.
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