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Venezuela: Gonzalez, 'Presentiamo i nostri verbali, Maduro mostri i suoi'

Venezuela: Gonzalez, 'Presentiamo i nostri verbali, Maduro mostri i suoi'

L'oppositore che rivendica la vittoria nelle urne è stato convocato dalla procura generale per aver denunciato i brogli elettorali

26 agosto 2024, 12:46

Redazione ANSA

ANSACheck
Edmundo Gonzalez Urrutia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Edmundo Gonzalez Urrutia - RIPRODUZIONE RISERVATA

      Il candidato presidenziale dell'opposizione venezuelana, Edmundo González Urrutia - a poche ore dalla convocazione della Procura che lo accusa di "cospirazione" e di altri reati associati alla "frode elettorale" - annuncia che "in questo contesto" l'opposizione presenterà "gli esemplari dei verbali dello scrutinio" delle elezioni del 28 luglio "in loro possesso", e torna a chiedere al presidente Nicolas Maduro di fare altrettanto. Lo afferma in un videomessaggio postato sui social.

     "Caro Nicolas Maduro, è ora che capisca, una volta per tutte, che la soluzione non sta nella repressione - afferma Gonzalez -. Ma nella verifica internazionale, indipendente e affidabile dei verbali, che non può essere sostituita da una sentenza dettata al margine della Costituzione. In questo scenario, presenteremo i nostri esemplari dei verbali dello scrutinio, che dimostrano chiaramente la volontà di cambiamento dei venezuelani" (...) "Maduro, presenta gli atti", aggiunge, chiedendo l'avvio delle procedure per una "transizione democratica".  

   Gonzalez Urrutia ha inoltre dichiarato che la sua convocazione alla Procura avviene "senza garanzia di indipendenza" del sistema giudiziario, descrivendo il pubblico ministero Tarek William Saab, come un "accusatore politico".

       "Il procuratore generale della Repubblica si è comportato più volte come un accusatore politico, condanna in anticipo e ora convoca un mandato di comparizione senza garanzie di indipendenza della giustizia" ha dichiarato Urrutia - che rivendica la vittoria alle elezioni presidenziali del 28 luglio, malgrado le autorità elettorali abbiano proclamato vincitore il presidente Nicolas Maduro - in un video pubblicato sui social network.

    Gonzalez Urrutia, inoltre, non specifica se sarà presente o meno alla convocazione in procura.
   

Machado, 'La lotta non è finita'

     "Noi venezuelani abbiamo ottenuto una grande vittoria il 28 luglio, quando ci siamo mobilitati in modo schiacciante per vincere le elezioni presidenziali. Grazie all'organizzazione cittadina di centinaia di migliaia di volontari, abbiamo sconfitto il tiranno con le sue stesse regole. Le prove della vittoria sono a disposizione di tutto il mondo".

     Lo sottolinea dalle pagine di Repubblica la leader dell'opposizione in Venezuela, contro Nicolas Maduro, Maria Corina Machado, dopo le elezioni dello scorso luglio che avrebbero decretato la vittoria di Edmundo Gonzalez Irrutia, non riconosciuta. Infatti secondo Machado "la lotta non è ancora finita" perché "la tirannia non riconosce la sua sconfitta".

      "Si rifugia in tribunali corrotti e punisce le persone che hanno espresso civilmente il loro netto rifiuto. In soltanto quattro settimane, 25 persone sono state uccise, migliaia detenute e centinaia torturate - prosegue -. Nessuno di loro è un criminale; nessuno di loro ha potuto contare su un adeguato accesso alla giustizia. Maduro e i suoi collaboratori vogliono guadagnare tempo affinché il mondo dimentichi la loro sconfitta".

     "Credono che la grande vittoria di Edmundo Gonzalez possa essere ignorata e che i venezuelani si rassegneranno a vivere in cattività. Ma si sbagliano - aggiunge -. In Venezuela, dopo anni di prove ed errori, di difficoltà e di esodi di massa, è sorto un potente movimento di cittadini che ha unito il Paese contro la tirannia". "Il regime di Nicolás Maduro non riesce a capire cosa sta succedendo. Non è riuscito a prevedere l'impatto delle primarie, né a prevenire la sua sconfitta finale alle elezioni presidenziali - conclude -. Le tirannie decadono quando finiscono per credere alle loro stesse bugie; le maggioranze trionfano quando scoprono il potere liberatorio della verità, del perdono e dell'amore".

Madrid, , 'Non riconosceremo numeri che nessuno sa da dove escono'

      Il ministro spagnolo degli Affari Esteri, José Manuel Albares, ha ribadito che Madrid non riconoscerà la rielezioni di Nicolas Maduro alla presidenza 'fino a che non saranno mostrate le schede di votazione di tutti i seggi e possano essere verificate dall'opposizione e dagli organismi indipendenti'.

    Il ministro ha evitato di definire quello di Caracas come un regime e ha ripetuto che Madrid vuole mantenere un ruolo 'ponte' fra quest'ultimo e l'opposizione. E non ha escluso che l'Unione europea proponga nuove sanzioni al Venezuela, se Maduro si ostinera' a non pubblicare i risultati elettorali.

    'Non ci sarà riconoscimento senza le schede, non riconosceremo numeri che nessuno sa da dove escono e meno quando i dubbi dei primo momenti cominciano ad essere qualcosa di più che dubbi', dopo la pubblicazione di rapporti di organismi di verifica come l'Istituto Carter o un panel elettorale delle Nazioni Unite, ha segnalato. 

Pechino: 'Il popolo venezuelano in grado di gestire suoi affari interni' 

     Sulle recenti elezioni tenute in Venezuela e sulla contestata conferma alla presidenza di Nicolas Maduro, il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian ha affermato che "tutti i partiti dovrebbero rispettare la scelta fatta dal popolo venezuelano".

    Pechino, ha aggiunto Lin parlando nel briefing quotidiano, ritiene che "il governo e il popolo venezuelano siano in grado di gestire i propri affari interni". 

Nono reporter arrestato dall'inizio della repressione 

    Il sindacato dei lavoratori della stampa venezuelana (Sntp) denuncia l'arresto di un'altra giornalista, Carmela Longo, prelevata dalla polizia ieri insieme al figlio, come mostra un filmato pubblicato sui social dell'associazione. Per svariate ore, della reporter e di suo figlio non si è saputo niente. Nella notte è poi emerso che il giovane è stato liberato, dopo essere stato interrogato nella sede della Direzione investigativa di Mariperez, a Caracas.

     La cronista è stata invece trattenuta in custodia e dovrebbe compartire in tribunale oggi con l'accusa di "istigazione all'odio e terrorismo", come la maggior parte dei giornalisti finiti nel mirino della repressione chavista.

    Quello di Longo è il nono arresto tra i lavoratori dei media dalle elezioni del 28 luglio in Venezuela. Altri quattro erano stati incarcerati prima delle elezioni, secondo i dati del sindacato della stampa. Il 20 agosto la donna era stata licenziata dal quotidiano filogovernativo Ultimas Noticias. Nelle ultime settimane in Venezuela si è scatenata un'ondata di allontanamenti e dimissioni forzate dai media di Stato e da altre aziende pubbliche, di persone ritenute non allineate politicamente col governo di Nicolas Maduro. 

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