L'arresto avvenuto a Buenos
Aires del latitate delle Brigate rosse, Leonardo Bertulazzi è
stato "frutto del lavoro congiunto dei ministeri della
Sicurezza, degli Interni e della Giustizia con le autorità
italiane" e "riflette l'impegno dell'Argentina con i valori
della democrazia e lo Stato di Diritto". Lo afferma una nota del
ministero della Sicurezza di Buenos Aires diffusa a poche ore
dalla detenzione dell'ex membro della colonna genovese delle Br.
Nel comunicato si sottolinea inoltre l'importanza della
decisione del governo argentino di revocare lo status di
rifugiato concesso nel 2004 che, unitamente al rinnovo della
richiesta di estradizione della giustizia italiana, ha
consentito la cattura del latitante.
Bertulazzi è uno dei tanti membri delle Br che hanno scelto
di rifugiarsi in Sudamerica per sfuggire alle maglie della
giustizia italiana.
Tra i terroristi che si nascondono in America Latina ad aver
preso parte nel sequestro Moro c'è Alessio Casimirri, nome di
battaglia Camillo, che da quasi 50 anni è rifugiato in
Nicaragua, dove ha aperto un ristorante, protetto dal governo
sandinista di Daniel Ortega che gli ha concesso anche la
cittadinanza.
Il nome di Casimirri, tra i terroristi da riportare in
Italia, era tornato di attualità dopo l'arresto in Brasile di
Cesare Battisti, appartenente al gruppo Proletari Armati per il
Comunismo. Sempre in Nicaragua si troverebbe anche Manlio
Grillo, indicato come autore dell'attentato di Primavalle contro
il missino Mario Mattei, nel 1973, in cui persero la vita i suoi
due figli di 22 e 10 anni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA