Il presidente del Venezuela,
Nicolás Maduro, dice che il Venezuela non può essere tolto
dall'equazione energetica mondiale, ed afferma d'avere già
"pronti e firmati 70 nuovi investitori" in petrolio, gas e
petrolchimica, tutti provenienti dai Paesi Brics (blocco che
include Brasile, Cina, Russia, India e Sudafrica), Europa e
Stati Uniti.
"Oggi siamo maggiormente preparati, apprezzati e pronti per
ricevere tutti gli investimenti, se non si lasciano trascinare
dalla stupidità nuovamente. Siamo per loro una garanzia e una
sicurezza" ha detto nel suo programma di Tv settimanale.
"Speriamo che non si lascino trascinare in un'avventura con
cui hanno portato danni a Europa, Stati Uniti e all'energia
mondiale" ha detto, con una apparente allusione alle sanzioni
applicate da Washington e assecondate dall'Unione Europea che
hanno impedito le esportazioni dirette del petrolio venezuelano
durante la fase acuta della crisi politica, nel 2019. Gli Usa
hanno alleggerito queste sanzioni dopo che Maduro, lo scorso
ottobre s'era impegnato a permettere elezioni libere e
verificabili con un accordo siglato con l'opposizione alle
Barbados.
Comparando la situazione sofferta dal suo Paese con quella
della Russia (sottomessa a forti sanzioni per la sua aggressione
contro l'Ucraina), Maduro ha poi elogiato la resilienza
dell'economia russa "quinta moneta nel mondo, quarto Paese
sviluppato, sono in crescita" ha affermato.
Nel frattempo il senatore democratico dell'Illinois, Dick
Durbin ha presentato questo lunedì un progetto di legge per
metter fine al commercio di petrolio degli Stati Uniti con il
Venezuela.
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