Il candidato alla presidenza
dell'opposizione venezuelana, Edmundo Gonzalez, ha ammesso di
aver firmato un documento sottopostogli dal governo di Nicolas
Maduro poter lasciare il Venezuela ed andare in esilio in Spagna
precisando di averlo fatto sotto ricatto, perché altrimenti
sarebbe finito agli arresti e non sarebbe stato in grado
proseguire la sua missione come "presidente eletto".
Lo ha affermato in un video trasmesso sui suoi social dopo
che il governo di Caracas aveva pubblicato un documento in cui
González affermava di riconoscere la sentenza della Corte
suprema che assegna la vittoria di Maduro alle presidenziali del
28 luglio. "Quello che dovrebbero divulgare sono i verbali
elettorali", ha poi aggiunto González in riferimento alla
documentazione mai esibita dal Consiglio nazionale elettorale a
sostegno del risultato.
Il leader della Piattaforma unitaria democratica ha quindi
spiegato che con la diffusione del documento che ha sconcertato
inizialmente gli oppositori "il regime vuole che tutti i
venezuelani perdano la speranza".
"O firmavo o ne pagavo le conseguenze, sono state ore molto
tese, cariche di pressioni e ricatti", ha spiegato González
ribadendo che "in quei momenti ritenevo che sarei potuto essere
più utile in libertà che rinchiuso e incapace di adempiere ai
compiti affidati dal popolo sovrano".
Il leader oppositore rifugiatosi in Spagna dall'8 settembre
e in attesa di ottenere l'asilo politico ha quindi ribadito che
"la verità è contenuta nei documenti elettorali" e che lo
chavismo "non riuscirà a mettere a tacere un Paese che ha già
parlato attraverso le urne e che ha espresso una volontà di
cambiamento".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA