La recente iniziativa
del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di
riunire i capi missione del subcontinente, è "un segnale
politico molto importante e mostra la volontà del nostro governo
di definire una nuova strategia per l'America Latina". E' la
valutazione dell'ambasciatore d'Italia in Messico, Alessandro
Modiano, raccolta dall'ANSA, sull'incontro avvenuto a Buenos
Aires, con la partecipazione degli ambasciatori della regione,
dei vertici dell'Ice, degli Istituti italiani di cultura e di
altri rappresentanti del Sistema Italia.
"Il Messico è stato individuato come uno dei Paesi prioritari
dell'area — sottolinea il diplomatico — e, anche per rafforzare
i rapporti con il nuovo Governo della presidente Sheinbaum, è in
corso una riflessione sull'organizzazione nei prossimi mesi di
importanti visite istituzionali ed imprenditoriali",
un'iniziativa che, spiega, mira a consolidare i rapporti
bilaterali sul piano politico, a promuovere l'attività e gli
interessi delle imprese italiane nel Paese, e a potenziare gli
scambi anche in altri importanti settori, tra cui la
cooperazione scientifica, lo sport e lo spazio.
Dopo l'insediamento del nuovo governo messicano, avvenuto il
primo ottobre, il team dell'Ambasciata italiana in Messico sta
allacciando i primi contatti con i funzionari del ministero
degli Esteri, guidati da Juan Ramon de la Fuente. "È una
personalità dall'alto profilo politico e accademico", afferma
Modiano, sottolineando l'accoglienza positiva "della conferma di
María Teresa Mercado come sottosegretaria agli Esteri competente
per l'Europa, con la quale ci lega un rapporto di lavoro e di
profonda stima. È una grande amica dell'Italia".
Il contesto di transizione è inevitabilmente influenzato
dall'avvicinarsi di una delle elezioni presidenziali
statunitensi più combattute e le incognite che riserva il futuro
sono un tema di conversazione obbligatorio. L'ambasciatore
Modiano, però, non prevede grandi cambiamenti: "La presidente
Sheinbaum ha dichiarato che il suo governo è in continuità con
l'opera del suo predecessore Andres Manuel López Obrador -
osserva - e che manterrà una forte attenzione alle politiche
sociali e alla crescita economica".
"Anche in caso di vittoria dell'ex presidente Trump a
novembre — prosegue — non si prospettano grandi cambiamenti
rispetto al passato. Fu lui a negoziare l'accordo commerciale
nordamericano con Lopez Obrador, ed è pienamente consapevole
della sempre maggiore interdipendenza economica fra Stati Uniti
e Messico, quindi, in generale, non mi aspetto cambiamenti
strutturali nella relazione Usa-Messico nei prossimi anni, a
prescindere da chi vincerà le elezioni negli Stati Uniti,
proprio in ragione degli strettissimi legami fra le economie dei
due Paesi".
In questo quadro, analizzando le prospettive di crescita del
Messico e i suoi rapporti commerciali con l'Italia, il percorso
verso il futuro parte da un interscambio bilaterale in forte
crescita, oltre 7 miliardi di euro nel 2023, di cui 6 miliardi
di esportazioni italiane, che "rendono il Messico il primo Paese
di destinazione delle nostre vendite in America Latina".
"L'Italia — spiega — è un Paese con una vocazione
storicamente più orientata al commercio internazionale che agli
investimenti esteri, ma ritengo che questo paradigma con il
Messico stia cambiando, e possa farlo ulteriormente".
"Alcuni fra i più importanti gruppi industriali italiani,
cosi come numerose Pmi innovative — aggiunge — hanno già
investito nel Paese e intendono rafforzare ancora la loro
presenza. Il Messico presenta ampie potenzialità, anche come
porta di accesso al mercato statunitense, e potremo vedere
un'ulteriore intensificarsi dell'attività delle nostre imprese -
conclude Modiano - specie alla luce della riconfigurazione delle
catene globali di approvvigionamento, il cosiddetto
'nearshoring'".
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