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I sostenitori di Morales ampliano i blocchi stradali in Bolivia

I sostenitori di Morales ampliano i blocchi stradali in Bolivia

Alta la tensione dopo il presunto attacco contro l'ex presidente

LA PAZ, 28 ottobre 2024, 17:27

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Sale la tensione in Bolivia dove i sostenitori dell'ex presidente Evo Morales hanno questa mattina intensificato i blocchi stradali che - in corso già due settimane - impediscono il transito su numerose arterie del Paese e l'accesso di beni di prima necessità alla capitale La Paz.
    Sono almeno 22 il picchetti registrati questa mattina dalle autorità. Diciotto blocchi in particolare isolano la regione di Cochabamba, roccaforte elettorale di Morales da dove l'ex capo dello stato non esce sin da quando la procura ha emesso contro di lui un mandato di arresto per presunta violenza sessuale su minore. I fedelissimi di Morales hanno anche bloccato l'aeroporto di Chimoré.
    La situazione in Bolivia, esplosiva da mesi a causa dello scontro politico interno al governativo Mas - Movimento al Socialismo - tra il presidente in carica Luis Arce e Morales è divenuta ancor più incandescente dopo un agguato sofferto dall'ex capo dello stato. L'auto su cui viaggiava Morales è stata colpita con 14 colpi d'arma da fuoco esplosi da persone non identificate che hanno affiancato il veicolo a bordo di due mezzi mentre transitava per tra Villa Turati e Lauca. Il leader del Mas ha accusato del fatto "gruppi di élite" della polizia e dell'esercito. Una circostanza negata dal governo e da Arce che hanno promesso indagini Nonostante questi fatti Morales ha assicurato che non intende abbandonare il suo progetto politico. "Hanno cercato di uccidermi politicamente non ci sono riusciti, ci hanno provato legalmente con tante false accuse, infine hanno tentato di togliermi la vita", ha detto l'ex presidente in un'intervista alla colombiana W Radio, evidenziando ancora una volta che tutti questi episodi sono parte di una "persecuzione politica" orchestrata da mesi contro di lui dal capo dello stato in carica per impedirgli di candidarsi alla presidenza alle elezioni del 2025.
   

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