A causa della "mancanza di
prove sufficienti per stabilire la responsabilità penale diretta
e individuale" di ciascun imputato al processo per il crollo
nella miniera di ferro di Fundão a Mariana - collassata il 5
novembre 2015 causando 15 morti e il più grande disastro
ambientale nella storia del Brasile - sono stati tutti assolti i
22 tra amministratori, dirigenti e tecnici delle compagnie
minerarie Samarco, Vale, Vogbh e Bhp alla sbarra. L'assoluzione
in ambito penale per i reati di omicidio, allagamento, crollo,
lesioni personali gravi e crimini ambientali, non ha impatto sui
processi civili per il risarcimento in favore delle vittime e
della amministrazioni locali.
La decisione dei magistrati segue di poche settimane la firma
l'accordo tra il governo e le imprese che definisce il
risarcimento dei danni causati dall'incidente che causo anche 50
feriti e 19 dispersi. Il valore totale dell'accordo è di 30
miliardi di euro (170 miliardi di real).
Negli stessi giorni è iniziato presso l'alta corte di Londra
il processo civile contro la Bhp cui, nella causa avviata nel
Regno Unito viene chiesto un risarcimento richiesto, 42,8
miliardi di euro, da parte di 620 mila persone, 46 municipi,
oltre 2000 aziende private e 65 istituzioni religiose vittime -
in diversa misura - dal cedimento del bacino di decantazione
della miniera che riversò 50 milioni di metri cubi di rifiuti
tossici e fango nella valle del Rio Doce, contaminando il fiume,
spazzando via interi villaggi, uccidendo migliaia di animali e
devastando centinaia di ettari di foresta tropicale nativa
protetta.
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