"Lo hanno ucciso a botte, lo
hanno torturato, picchiato, gli hanno rotto il naso e lo hanno
asfissiato con un cinturone militare, lo hanno calpestato e
picchiato tante volte che è collassato un polmone, per questo è
morto asfissiato". Così la madre di Jesús Guillén Esplugas,
Dania María, ha descritto in un'intervista al portale Martí
Noticias la morte che ritiene sia stata inflitta nel carcere
Combinado del Este al giovane dissidente cubano che scontava una
pena di 6 anni per aver partecipato alle proteste di luglio del
2021 contro il governo di Miguel Díaz-Canel.
Consegnando la salma le autorità hanno spiegato alla famiglia
che il ragazzo si sarebbe impiccato, ma i parenti hanno smentito
tale versione condividendo immagini sui social dove si
evidenziano ematomi nel collo e nella testa del cadavere, così
come una lunga cucitura all'altezza della trachea frutto
presumibilmente dell'autopsia.
Secondo le versioni dei familiari il 29enne dissidente era
stato portato in una cella di isolamento e castigato per aver
tentato una fuga dal carcere.
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