La Corte interamericana dei
diritti umani ha dichiarato la Repubblica di El Salvador
responsabile della violazione dei diritti all'integrità
personale, alla vita privata e alla salute nel 'caso Beatriz',
dal nome della giovane salvadoregna di 22 anni a cui lo Stato
nel 2013 negò un aborto terapeutico tempestivo quando aveva 19
settimane di gestazione.
La sentenza, emessa nelle ultime ore, invita inoltre lo Stato
ad adottare "tutte le misure normative necessarie" affinché non
si ripeta una situazione simile e lo obbliga a fornire
indicazioni e linee guida di intervento al personale medico e
giudiziario in situazioni di gravidanza che mettono a rischio la
vita e la salute della donna.
La Corte ha inoltre concesso al governo un termine di un anno
per presentare una relazione sullo stato di avanzamento della
sentenza. L'esecutivo, da parte sua, ha dichiarato che
analizzerà "in profondità" e che rispetterà la sentenza.
El Salvador è uno dei Paesi che ha una delle leggi più
restrittive in materia, vietando qualsiasi tipo di aborto e
punendo con il carcere le donne e il personale medico che
partecipano a tale procedura.
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