La guerra tra le due fazioni del
cartello di Sinaloa, da un lato i Chapitos che fanno capo ai
figli del Chapo Guzmán e dall'altro i Mayitos, che rispondono ad
Ismael El Mayo Zambada, continua a mietere vittime. Oltre ai
morti, già 671 quelli ufficialmente registrati da quando a
settembre la guerra è deflagrata a Culiacán, la capitale dello
stato di Sinaloa, si segnalano 695 persone scomparse.
Queste le cifre ufficiali ma i desaparecidos potrebbero
essere oltre 800, secondo quanto denunciato oggi dalle madri che
cercano i loro figli intervistate dal quotidiano messicano
Milenio.
La miccia del conflitto in corso risale ad agosto, quando
Ismael El Mayo Zambada, attraverso il suo avvocato, ha
pubblicato una lettera in cui dichiarava di non essere stato
arrestato dalle autorità statunitensi, ma di essere stato
tradito da Joaquín Guzmán López, uno dei figli di El Chapo, e
trasferito contro la sua volontà a El Paso, in Texas. Da allora
la guerra tra "Los Mayitos" e "Los Chapitos" continua, non solo
per il controllo di Sinaloa, ma anche degli stati messicani di
Durango, Nayarit e Sonora.
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